Ann Demeulemeester Fall 2024 Ready – to – Wear

Recensione della sfilata Ann Demeulemeester Fall 2024 Ready-to-Wear.

Completamente distante dall’estetica sartoriale classica degli anni ’80 proposta nella sfilata uomo di Anthony Vaccarello per Saint Laurent, emerge un contrasto sorprendente con la visione di Stefano Gallici, direttore creativo di Ann Demeulemeester, il quale sembra abbracciare appieno le sfide e le opportunità offerte dai tempi moderni. In un’epoca caratterizzata da un dibattito acceso sulla crisi della mascolinità, Gallici sfida l’idea convenzionale di ritorno al passato come soluzione, riconoscendo i rischi impliciti nel perpetuare gli stereotipi e i modelli dannosi associati agli anni ’80, come il rigido completo con petto sporgente e spalle larghe, simbolo di un’immagine maschile predefinita e spesso distorta. 

Ispirandosi a estetiche emo/gotiche giapponese, diciamo più vicine ad “Ichi the Killer” rispetto al gotico classico Universal, Gallici utilizza gli stessi elementi di base – tessuti, tagli e dettagli – per entrambi i sessi, sfidando le convenzioni di genere e ampliando i confini della moda contemporanea, senza però sminuire ne l’uno ne l’altro sesso. Il risultato è un’interpretazione del passato reinventato nel presente, dove il velluto è utilizzato sui completi e sui cappotti, mentre la pelliccia è inserita sui completi di entrambi i sessi.

La gonna plissettata, vista un po’ in tutte le sfilate, lo stiliste le inserisce sapientemente nella sua narrazione  due volte, solo ed esclusivamente sull’uomo. La prima volta sotto uno su una camicia bianca ed un pullover smanicato classico con il collo a “V”, e l’altro su un maglione “distressed” tagliato in vita, senza renderlo ridicolo o meno maschili, grazie al mix sapiente di pelle, classicismo e capi strappati che gli conferiscono un aspetto ibrido differente in entrambe le versioni, una più classica e l’altra più dura e rude.

Infatti, nonostante la presenza di elementi stilistici distintivi, tipici del marchio che rappresenta, l’approccio di Gallici riflette una profonda comprensione della necessità di equilibrare l’innovazione con la familiarità, per garantire un’evoluzione graduale e accettata da un ampio pubblico. Questa capacità di navigare tra tradizione e innovazione, senza compromettere l’autenticità e l’integrità artistica, testimonia la sua maestria e sensibilità.

“[…] più cammini nella foresta, più ti perdi. Ma in un certo senso, quel tipo di sensazione è sempre stata positiva per me, perché mi ha portato a trovare nuove strade.”

Ann Demeulemeester Fall 2024 Ready - to - Wear

Articolo di : Francesco Di Sante

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