Il Sangue nella Moda : 6 Esempi e Critica

Il sangue nella moda, un tema tanto affascinante quanto controverso, ha trovato spazio anche nelle più recenti sfilate di alta moda. Alexander McQueen, indiscusso genio del genere horror nel mondo della moda, potrebbe essere destinato a rimanere per sempre un’icona ineguagliabile.

Tuttavia, c’è un’osservazione che il mondo della moda sembra ancora evitare: l’utilizzo del sangue. Anche nelle interpretazioni più audaci e disparate, il sangue non può essere rappresentato come una semplice macchia. Esso viene rivisitato, a volte in modo creativo, altre volte in modo banale e fuori luogo, ma mai in maniera eccessiva o splatter. Anche Raf Simons, pur mantenendo un certo rispetto per il tema, non ha osato spingersi troppo oltre durante la sua interpretazione di “Carrie lo sguardo di Satana” per la Calvin Klein S/S 2018. In questa sfilata, per cogliere appieno la citazione, occorreva un occhio attento, altrimenti sarebbe passata inosservata. Mancavano del tutto gli eccessi splatter presenti nella scena finale del film con la crudele immagine del sangue, come quella rappresentata da Guglielmo del Toro nel 1976. Al suo posto, solo file di tessuti rossi a reinterpretare il concetto di sangue. Onestamente, l’abito indossato da Sissy Spacek nel film risulta molto più efficace.

Anche Alessandro Michele da Gucci, con la sua sfilata S/S 23, ha realizzato un capolavoro e un omaggio al grande regista Stanley Kubrick. Nella sua collezione, si trovano chiari riferimenti a “Shining”, con le gemelle e i pattern che richiamano il design della casa maledetta. Tuttavia, manca completamente l’iconico momento in cui la stanza viene inondata di sangue.

Questo perché il sangue, pur suscitando un’inevitabile fascinazione nell’immaginario collettivo, non è mai stato un elemento di moda. È considerato rozzo, grezzo, perché i Borghesi le mani preferiscono farle sporcare agli altri. Solo fino a quando le mani degli altri non diventano sporche del sangue borghese.