Pantaloni scuri. Scarpe nere logore. Guanto con lame affilate al posto delle dita. Cappello a falda larga che copre parzialmente il volto. Ma l’icona più grande e cult di tutte è la maglia di Freddy Krueger.
L’Origine :
Si narra che il cineasta Wes Craven abbia tratto ispirazione per la maglia a strisce di Freddy Krueger da un episodio della sua infanzia, quando osservò un uomo ubriaco attraversare la strada indossando un indumento simile. Questo episodio avrà sicuramente contribuito a plasmare l’aspetto inquietante e riconoscibile del personaggio, anche grazie all’intervento del costumista David Miller, che ha apportato varie modifiche per conferirle un aspetto logoro e sporco, strappando la maglia in modo strategico e applicando del fango e della vernice per conferirle un aspetto marcio, simile allo stereotipo di un barbone.
Infatti, la presenza delle righe nella maglia di Kruger è un richiamo ai reietti della società, poiché il tessuto a righe è stato utilizzato fin dall’antichità per identificare persone emarginate come lebbrosi, ebrei, zingari, giocolieri, prostitute e altri ancora. Non è un caso che lo storico Michel Pastoureau, nel suo libro che esamina questo argomento, lo abbia intitolato “La stoffa del diavolo”. Per questo motivo la maglia di Freddy Krueger possa essere interpretata come un simbolo di emarginazione e di lotta contro le convenzioni sociali. (Se vi interessa l’argomento, questo è l’articolo in cui trattiamo l’argomento : “La Stoffa del Diavolo”)
Il Legame con il Punk ed il Grunge :
La maglia di Freddy Krueger non è soltanto un indumento, ma anche un simbolo vitale della ribellione e della trasgressione sociale, che risuona profondamente con il movimento punk degli anni ’80 e il grunge degli anni ’90.
Ancora oggi, questa maglia rappresenta un’icona del movimento punk, con la sua struttura strappata e logora che richiama l’estetica ribelle e trasgressiva di quel periodo. Questo capo non è soltanto un indumento, ma anche una protesta contro le norme sociali, un grido di anarchia e non conformismo che risuonava per le strade delle città e nei cuori dei giovani ribelli degli anni ’80.
Tuttavia, la maglia di Freddy Krueger ha continuato a evolversi e a trasformarsi, oltrepassando il movimento punk degli anni ’80 per trovare una nuova ispirazione nell’estetica grunge degli anni ’90. Qui ha trovato un nuovo alleato in figure come Kurt Cobain dei Nirvana, che ha indossato la famosa maglia a righe rosse e nere durante un concerto a Seattle nel 1991. Le foto scattate da un fan in quell’occasione sono diventate iconiche, con lo stile trasandato di Cobain che si abbinava perfettamente all’aspetto logoro della maglia. Questo periodo era caratterizzato da disillusione, con i giovani che cercavano un’identità autentica e un’espressione della loro frustrazione attraverso la musica e la moda.
L’evoluzione della maglia nella serie :
L’evoluzione dell’abbigliamento di Freddy Krueger attraverso i film della serie “A Nightmare on Elm Street” può essere interpretata come un declino piuttosto che un miglioramento. Nelle prime incarnazioni cinematografiche, la maglia presentava una tonalità di verde così scura da essere universalmente associata al nero, contribuendo a creare un’atmosfera tetra e spaventosa intorno al personaggio. Tuttavia, nel corso della serie, si è verificato un evidente cambiamento negativo.
Con il progredire della narrazione e la trasformazione del personaggio, la maglia di Freddy Krueger ha gradualmente assunto tonalità più chiare di verde. Inoltre, è stato aggiunto un collo alto alla maglia, ma mancavano le abrasioni sul tessuto. Tutto ciò è stato abbinato a un trench e anche il colore del cappello si è schiarito, quasi come se Freddy Krueger si fosse “imborghesito”. Questa trasformazione nell’aspetto della maglia e dell’intero vestiario non solo ha compromesso l’estetica originale del personaggio, ma ha anche reso la sua rappresentazione visiva più irrisoria e meno minacciosa. Tale cambiamento riflette un decadimento nella qualità della serie nel corso del tempo, trasformando il suo abbigliamento da iconico a semplicemente ridicolo.
Articolo di : Francesco Di Sante
