Siamo nel 1968, per tutti un’annata qualunque, per la settima arte un’annata di cambiamenti. Per essere più specifici, vedono la luce tre pellicole in particolare, “L’ora del lupo”, di Ingmar Bergman, “Rosmary’s baby” di Roman Polanski e “La notte dei morti viventi” di George Romero.

Questo trittico rivoluzionerà per sempre la storia del cinema horror, traghettandolo fino ai giorni nostri.

Tra le tre opere, solo una è un esordio, “La notte dei morti viventi”.

Gli zonbi de"la notte dei morti viventi"

Un George Romero ventottenne scrive, dirige, fotografa e musica un vero e proprio capolavoro in cui i morti vengono risvegliati da uno strano e sconosciuto virus, pronti a cibarsi di carne umana.

Sebbene tutto ciò costò appena 114 mila dollari, incassandone la bellezza di 30 milioni, la pellicola spaccò in due critica e pubblico, tanto da essere vietata ai minori di 18 anni per via della violenza messa in scena, considerata troppo impressionante per l’epoca.

E se vi dicessi che non fu questo a fare più scalpore?

La risposta a questa domanda risiede nella perfetta scrittura dei personaggi che si ritroveranno, poi, barricati all’interno di un’abitazione per sopravvivere.

Il regista racchiude, o meglio, rinchiude, tutti i problemi di una nazione intera in uno spazio ristretto, quasi claustrofobico. Una storia tutta Statunitense tra razzismo, Guerra Fredda e Guerra del Vietnam.

In particolare, Barbra riflette il terrore della società nei confronti del cambiamento ed Harry Cooper non è altro che la reincarnazione dell’individualismo, dell’egoismo e della mentalità conservatrice.

Poi c’è Ben. Non a caso, Romero, per questa parte, scelse insolitamente per l’epoca, l’attore afroamericano Duane Jones, vero e proprio simbolo di questa pellicola, risultando uno degli attacchi più potenti sferrati dalla settima arte nei confronti di una società permeata da cattiveria gratuita e paralizzata da tensioni sociali, che trova il suo culmine nel tragico finale.

Questa è la più evidente dimostrazione di come il cinema horror e fantascientifico possano creare metafore ed allegorie in grado di dare vita a quel distacco emotivo/visivo che permette al pubblico di affrontare tematiche difficili senza sentirsi personalmente minacciato, il tutto non senza fare del grande intrattenimento.

Da questo immenso capolavoro sono passati esattamente 56 anni, George Romero, purtroppo non è più tra noi e la mia impressione è che, in tutto questo tempo, nel paese a stelle e strisce non sia cambiato assolutamente nulla e credo che siano presenti le medesime paure, gli stessi pregiudizi e le stesse divisioni.

Il razzismo e la paura del diverso circolano liberamente tanto quanto le armi, in un paese che continua a mietere vittime innocenti, proprio come Ben.

Ma c’è una speranza?

Dovrebbe esserci, quanto meno. Bisogna ripartire dal personaggio di Ben e lottare come lui contro le istituzioni ceche, sorde, piene di timori, alla ricerca di giustizia e verità con lo scopo di evitare che ogni notte sia una “notte dei morti viventi”.

Articolo di : CineDistopic

gli altri articoli

civil war

CIVIL WAR

“Civil War”, diretto da Garland, un thriller psicologico che esplora le tensioni sociali e la ricerca di umanità in un mondo al collasso.

Read more >
horror estremo con il bambino di eraserhead

Horror Estremo : 10 Film

Il lato più oscuro del cinema con dieci film dell’horror estremo. Scopri le trame, l’importanza storica e i messaggi politici di queste opere.

Read more >