Nel tessuto intricato della storia umana, c’è un motivo che ha attraversato secoli, culture e rivoluzioni: le righe. La trama di questo articolo si dipana seguendo il filo delle strisce orizzontali e verticali, che, nel corso del tempo, sono diventate una tela intricata di significati. Da antiche proibizioni bibliche a episodi di protesta politica, da uniformi marinare a icone della moda, le righe hanno tessuto la loro storia in ogni epoca e luogo. La sua associazione ai reietti porteranno a definirla : La stoffa del diavolo.

La stoffa del diavolo

L’origine Controversa

Levitico 19,19

 “Osserverete le mie leggi. Non accoppierai bestie di specie differenti; non seminerai il tuo campo con due sorta di seme, né porterai veste tessuta di due diverse materie.

Tutto ha inizio con una frase sospetta del Levitico che cita di non indossare mai veste divisa in due. Ma lo scandalo ha origine nel 1254. I Carmelitani, frati dell’ordine della Madonna del Carmine, seguono re Luigi IX di ritorno dalla tragica guerra santa e indossano un mantello a righe bianche e marroni. Lo stesso mantello indossato, seconda la leggenda cristiana, dal profeta Elia nella sua ascesa al cielo. Questa scelta scatena l’indignazione dei presenti per via della sua associazione alla galabia orientale, una tunica mussulmana confezionata con una stoffa a righe.

I monaci verranno molestati fisicamente fino al 1295, quando papa Bonifacio VIII interviene emettendo una bolla che proibisce ai monaci di indossare abiti a righe, optando per un abbigliamento tradizionale di colore bianco. Coloro che continueranno ad indossare il mantello incriminato verranno “Radiati” termine che ironicamente deriva da “Strisciato”.

mantello dei Carmelitani con la stoffa del diavolo

Reietti

Da quel momento, la stoffa del diavolo viene imposto a giocolieri, musicisti, bastardi, lebbrosi, prostitute, malati, zingari, persone con capelli rossi, boia, buffoni e traditori. Nella pittura, personaggi come Caino e Giuda, oltre ai capelli rossi, indossano tuniche a righe.

Persino animali come zebre e tigri vengono considerati bestie del demonio.

Con il passare del tempo, il tessuto a righe si estende alle classi inferiori e ai mestieri umili, come i camerieri e i domestici, che ancora oggi in alcune occasioni indossano giacche e panciotti a righe.

il giullare con la stoffa del diavolo

Rivoluzione negli Stati Uniti e in Francia

Nel 1776 gli Stati Uniti stavano emergendo come una nazione indipendente, determinata a spezzare le catene dell’oppressione coloniale britannica. In quel cruciale momento, gli USA decisero di adottare una bandiera con tredici strisce orizzontali alternate tra rosso e bianco, in onore delle tredici colonie che avevano dichiarato l’indipendenza.

Allo stesso tempo, dall’altra parte dell’Atlantico, i rivoluzionari francesi stavano cercando di abbattere le vecchie strutture di potere e opprimenti. In un gesto di solidarietà verso gli alleati americani, i francesi adottarono capi di tessuti a righe verticali come parte della loro uniforme rivoluzionaria. Questa scelta simbolica trasformò le righe in un’icona degli uomini liberi, una dichiarazione visiva della loro lotta per la libertà e l’uguaglianza. Le righe, che una volta erano considerate alla moda solo tra le classi inferiori, ora erano indossate con orgoglio dai rivoluzionari che avevano messo in discussione l’ordine sociale esistente.

Maglia a righe nella rivoluzione francese

Per rimanere nello stesso contesto di ribellione, ma contemporaneo, ricordiamo che negli anni 60′ diventa in Italia la divisa della gioventù antifascista. L’intervento della polizia nei moti rivoluzionari di Genova contro il convegno del Movimento Sociale, provocano cinque vittime, tre dei quali “ragazzi con la maglietta a strisce”. Scelta motivata dalla sua economicità per via della rinascente industria manifatturiera italiana, si accoppiava bene con i blu jeans ed era malvista dai genitori.

Marinière

Mentre la storia degli Stati Uniti e della Francia si stava scrivendo con le righe come sfondo, più o meno nello stesso periodo, la maglia a righe orizzontali, spesso bianche e blu o rosse, divenne la divisa preferita della bassa forza imbarcata sulle navi britanniche. Le strisce orizzontali sulla maglia non erano solo un motivo estetico; avevano una funzione pratica. Aiutavano a distinguere più facilmente un membro dell’equipaggio in caso di caduta in mare o di situazioni di emergenza, mimetizzavano lo sporco, ed aiutava il capitano ad individuare i marinari che lavoravano sottocoperta.

Questa preferenza per le maglie a righe si diffuse ben oltre le navi britanniche. Divenne un elemento distintivo dei marinai in tutto il mondo, dai pirati dei mari del Sud alle gondole veneziane che solcavano i canali di Venezia. Persino le prostitute nei porti indossavano calzettoni a righe rosse e bianche per attirare l’attenzione dei marinari in cerca di compagnia.

Marinari con la tipica mise a righe

Capo sdoganato da Gabrielle Chanel, che  durante un viaggio a Deauville rimase colpita da un gruppo di pescatori che indossavano queste semplici magliette a righe; e decide di combinarli con pantaloni scuri, ballerine e copricapo alla marinara.

Da quel momento i capi a righe saranno sponsorizzati molto bene dalle diverse riviste di moda in quanto si diffonde l’opinione che siano in grado di correggere visivamente la figura: in verticale garantiscono slancio e altezza mentre in diagonale a seconda della loro direzione possono ridurre o espandere i fianchi. Arrivando perfino ai primi costumi da bagno.

Negli anni 50’ personaggi come Brigitte Bardot con il film “Il disprezzo” di Jean-Luc-Godard e Pablo Picasso rivitalizzeranno la maglietta marinara.

Gente di Malaffare

Ritornando all’associazione tra la stoffa del diavolo e l’immagine della criminalità, facciamo un salto indietro negli Stati Uniti della metà dell’Ottocento, dove nasce l’iconica immagine di Zio Sam vestito interamente a righe. È in questo contesto che emerge la figura del galeotto con strisce orizzontali nere e grigie. Questa associazione, in realtà, ha radici ancora più antiche, con esperimenti simili condotti in Australia alla fine del Settecento per evitare che i criminali si mescolassero tra i coloni.

Tra le due guerre mondiali, i gangster e i banchieri continuano a sfoggiare completi eleganti a righe o gessati, contribuendo a consolidare l’immagine delle righe come simbolo di potere e sofisticazione nel contesto della criminalità organizzata.

Al capone con un completo gessato

Durante la Seconda Guerra Mondiale, la divisa da carcerato, questa volta a strisce verticali, diventa l’infame divisa di milioni di persone rinchiuse nei campi di sterminio nazisti. Questo tragico utilizzo delle righe conferisce loro un significato oscuro e inquietante, evidenziando il potere simbolico che questo motivo tessile può assumere in contesti estremi e oppressivi.

Le righe oggi, tra Punk e Cinema

Nel corso degli anni, la stoffa del diavolo ha continuato ad influenzare la moda e la cultura contemporanea. Un esempio emblematico delle righe nell’attualità può essere visto nella maglia strappata punk. Questo capo, indossato dal personaggio immaginario Freddy Krueger nel film horror “Nightmare – Dal Profondo della Notte,” diretto da Wes Craven nel 1984, ha assunto un’aura di ribellione e controcultura. Le righe, in questo contesto, rappresentano una forma di anarchia visiva, una dichiarazione di non conformità alle regole sociali e alla moda convenzionale.

Freddy Krueger con la stoffa del diavolo, ovvero la maglia a righe

Oggi, le righe non sono più associate direttamente a contesti sociali o religiosi specifici, ma sono diventate parte della cultura popolare globale. Sono tramandate di generazione in generazione, perdendo alcuni dei loro molteplici significati originali ma guadagnando nuove interpretazioni. Rimangono un simbolo affascinante della moda e della cultura, in grado di ispirare l’immaginazione visiva e la creatività.

L’eredità della stoffa del diavolo è vasta e sfaccettata. Simbolizzano la lotta per l’indipendenza e la libertà negli albori delle nazioni, la solidarietà tra marinai in balia delle tempeste, il glamour oscuro dell’era dei gangster, la ribellione giovanile degli anni ’60 e la non conformità del movimento punk. Le righe hanno attraversato secoli e continenti, evolvendosi e adattandosi alle esigenze e alle sfide delle diverse epoche.

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