“Un regno sinistro ma sexy in completo contrasto con tutto ciò che stava accadendo” – sosteneva Kris Needs della Londra notturna.
The Blitz
Il martedì sera del The Blitz club era la risposta di una Londra notturna allo Studio 54 di New York. Punk disillusi, studenti della scuola d’arte emarginati e giovani abusivi da Londra accorsero in un desolato Covent Garden all’inizio degli anni ’80. Di giorno, il Blitz aveva l’immagine di una Londra austera degli anni ’70, di notte diventava casa di un genderfluid ambizioso e diede il via ad una sperimentale moda androgina. Era situato tra due delle più importanti scuole d’arte di Londra: la Central School e la St Martins.
Il Club si distinse per la sua esuberante sperimentazione e l’audace sfida ai canoni di genere tradizionali, in netto contrasto con il movimento punk. Quest’ultimo abbracciava un’estetica anarchica e ribelle, caratterizzata da abbigliamento strappato e una sorta di anti-stile, invece, al Blitz Club si celebrava un’eleganza studiata e provocatoria.
I frequentatori trasformavano il loro aspetto in un collage di stili e influenze, fondendo elementi del cinema classico, dell’arte, della moda e della cultura popolare. Si voleva creare un’immagine unica e indisponente. L’estetica femminile era abbracciata e celebrata. I ragazzi non esitavano a indossare trucco pesante, acconciature elaborate e abiti femminili. Le ragazze esploraravano una gamma più ampia di espressione attraverso l’abbigliamento e il make-up, senza essere limitate dalle aspettative di genere tradizionali – diventavano principesse opulente e madrine del movimento new romantic.
In questo contesto e esattamente in questo locale di Londra, ha fatto la sua apparizione un giovane John Galliano con la sua Clubland Couture. Collezione che incarnava lo spirito innovativo e non convenzionale del Blitz. Le creazioni di Galliano trasmettevano un senso di teatralità ed eccentricità. Glamour hollywoodiano con dettagli punk e sperimentazioni androgine, volte a definire un’estetica provocatoria e unica.
I clienti fissi presero il nome di Blitz Kids: giovani eccentrici e innovativi. Mescolavano elementi della moda tradizionale con influenze punk, glam e new romantic.
Le icone erano Boy George, Steve Strange e la principessa Julia – DJ inglese e “first lady della fashion scene di Londra”. Un’esplosione di energia in un momento in cui la scena londinese sembrava così stagnante. Questa sfida alle norme di genere tradizionali hanno reso il Blitz Club una fucina di innovazione e uno spazio di espressione liberatoria per una generazione di giovani artisti, musicisti e creativi. La sua chiusura c’è stata nel 1981 a causa della sua perdita di vantaggio: il locale di Londra era diventato mainstream.
Camden Palace
Camden Palace è conosciuto oggi come KOKO in Camden High Street. Nella zona settentrionale di una Londra notturna i toni erano accesi, con un sottofondo di violenza, soprattutto dopo un paio di drink. Eppure, tutti i frequentatori erano legati da quello sciovinismo che distorce i punti di vista e chiude gli orizzonti.
“L’ aggressione insensata e l’ipocrisia sono diventati ancora più ripugnanti” – raccontava il fotografo Chris Steele-Perkins. Questa osservazione suggerisce una sorta di dualità nella cultura degli anni ’80, in cui da un lato c’era un’espressione liberatoria e innovativa, mentre dall’altro c’era un contesto sociale che ancora non riusciva a liberarsi completamente da pregiudizi e violenza.
Steve Strange diventava un habitué e contribuì al successo del nightclub, soprattutto con le sue performance. Un teatrale ed overdressed Steve Strange. Gli abiti erano elaborati e lussuosi, ispirati al periodo barocco e al romanticismo del XIX secolo. A completare il look un trucco elaborato, con occhi accentuati, labbra definite e sfumature di colore vivace.
Ma la regina del Palace era solo Vivienne, la Queen del Punk. Accompagnata dal suo compagno e manager dei Sex Pistols, Malcom McLaren, aprirono le porte di SEX. La sex boutique era segno di rivoluzione punk-rock della cultura popolare giovanile e del sistema moda. Nel 1981, la sua prima sfilata della collezione Pirate è stata il preludio di un successo universale che la vedrà protagonista di numerose prime pagine, guadagnandosi anche la stima della Regina Elisabetta II.
Creste indomabili, make-up coloratissimi, scarabocchi e disegni sui volti delle passerelle. Ma anche corsetti dal gusto gotico, calze a rete o strappate e animal-toe shoes sono alcune delle creazioni che rendono riconoscibile il brand stesso. Ed è proprio da SEX che si andava a cercare ispirazione – così come ben sanno i più grandi giapponesi come Rei Kawakubo e Yohji Yamamoto. Ed è proprio per le strade di Camden Town che ci si deve perdere per essere contagiati dal punk.
The Batcave
Dal 1982 al 1986, The Batcave fu un club a tema goth che preoccupava la Londra notturna a Soho. Il club omaggiava tutto ciò che di goth potesse esistere: film d’autore, spettacoli di cabaret ed eventi di musica dal vivo. Il soffitto era coperto di ragnatele e le pareti erano dipinte con fodere nere. L’ingresso era attraverso una reale bara che aveva avuto il suo fondo rimosso, lasciando un interno inquietante.
La moda goth stava ancora emergendo come un movimento culturale e di moda distinto, ma non aveva ancora raggiunto la piena diffusione nella corrente principale. A differenza di altri fenomeni, come i sopra citati punk e new romantic, il goth rimaneva più di nicchia e meno visibile nella cultura popolare di Londra e altrove. Con il termine goth si fa riferimento a caratteristiche scure, misteriose, antiquate, omogenee e spesso prive di genere – sono inclusi capelli neri tinti, acconciature esotiche, rossetto e abbigliamento scuro.
Le radici dell’onda gotica erano già ben radicate in alcuni club e il più in voga era proprio il The Batcave. Il nightclub ha avuto un grande ruolo nel forgiare le identità, ha fatto sì che i propri clienti fossero parte di una comunità. Si incoraggiava un atteggiamento fai-da-te, così da abbracciare l’espressione di sé e l’individualità.
Il club era una destinazione popolare per molte icone riconoscibili, tra cui Siouxsie Sioux riconosciuta come ‘La Madrina del Goth’. Nata con il nome di Susan Janet Ballion, frontwoman dei Siouxsie and the Banshees che era una delle band più influenti degli anni ’70 e ’80. Siouxsie ha avuto un impatto significativo sulla musica alternativa, con la sua voce distintiva e il suo stile unico che hanno contribuito a plasmare il suono e l’estetica del punk e del goth.
Gli ultimi anni di esistenza stimati del Club coincisero con la fine della prima ondata di cultura goth e l’inizio di una nuova, dimostrando il rapporto intimo tra la sottocultura e il luogo. Non si può negare che The Batcave era un luogo unico che ha favorito l’indipendenza, la creatività e la singolarità. Ad oggi, luoghi indipendenti stanno lottando per sopravvivere nel clima attuale, e questo club fa da doloroso promemoria. Importanti sottoculture continueranno a scomparire dalla società britannica.
Conclusione
Londra era un importante centro per la moda e la musica punk negli anni ’80 e la Londra notturna ha contribuito a plasmare la cultura dell’epoca. Una reazione ribelle al clima sociale ed economico della metà degli anni ’70 hanno portato all’elogio del punk – con la sua estetica DIY, la posizione anti-establishment e i look misteriosi e dark.
Durante gli anni ’80, Londra è stata palcoscenico di importanti culture della moda – movimenti centrali, che erano totalmente assorbiti nel suono. Mondo musicale e fashion si intrecciano, non esiste l’uno senza l’altro – è quindi sempre necessario vedere cosa succede nel mondo della musica per capire la mutevolezza delle tendenze.