Nosferatu, capolavoro del cinema muto diretto da F.W. Murnau nel 1922, è una pietra miliare dell’espressionismo cinematografico. La sua sinfonia visiva di terrore e fascino gotico si estende oltre il confine del cinema, gettando un’ombra duratura sull’arte e la moda. Con l’approfondirsi dell’oscurità nel nuovo film di Robert Eggers, è affascinante esplorare le radici di Nosferatu e il suo impatto sull’arte visiva. Partendo dalla base, dell’opera cardine, cerchiamo di snodare i riferimenti che hanno contaminato l’opera di Murnau attraverso l’arte di Ernst Ludwig Kirchner. L’influenza del regista tedesco sul remake di Herzog. Concludendo con le passerelle di Victor e Rolf.
- Le Origini : il Nosferatu di Murnau
- Ernst Ludwig Kirchner : Scenografie Espressioniste
- Nosferatu nella Moda : Victor&Rolf
- Nosferatu: l’Interpretazione di Herzog
Le Origini : il Nosferatu di Murnau
F.W. Murnau, maestro del cinema muto, elevò Nosferatu ben oltre le sue radici come adattamento non autorizzato di “Dracula”. La sua genialità risiede nell’uso magistrale dell’espressionismo cinematografico, un movimento artistico che non solo definì il film, ma ne plasmò l’essenza stessa.
Murnau concepì Nosferatu in un’epoca in cui l’espressionismo stava emergendo come un modo rivoluzionario di esplorare e rappresentare il mondo attraverso l’arte. L’obiettivo era andare oltre la semplice riproduzione della realtà, cercando di catturare le emozioni e le percezioni umane in modo più profondo e soggettivo. Il regista tedesco, insieme al suo movimento, capì che l’oscurità non risiede solo nei luoghi bui, ma anche negli angoli più reconditi della psiche umana.
Due le caratteristiche cardine su cui voglio soffermarmi per poi analizzarle successivamente:
- Le scenografie distorte (Su cui torneremo dopo con il pittore Ernst Ludwig Kirchner), gli angoli di ripresa insoliti e l’uso della luce e dell’ombra divennero le pennellate di Murnau per dipingere un quadro di terrore viscerale. Le strade contorte di Wisborg e il castello di Orlok stesso diventarono veri e propri personaggi, manifestazioni dell’orrore che pervadevano l’intero film. A differenza ad esempio del “Gabinetto del Dr. Calligari” , altro film cardine del cinema espressionista tedesco, l’immagine appare distorta non per la scenografia stessa, ma bensì per il posizionamento inusuale della camera da presa.
- La figura sinistra di Orlok, con le sue movenze feline e l’ombra allungata (Su cui torneremo dopo con la passerella di Victor&Rolf), divenne l’emblema di un terrore che trascendeva il convenzionale, affondando nelle profondità della mente dello spettatore.
Ernst Ludwig Kirchner: Scenografie Espressioniste
Ernst Ludwig Kirchner, figura prominente del movimento artistico Die Brücke, si distinse nel panorama artistico del primo Novecento come uno dei principali esponenti dell’espressionismo tedesco. La sua pittura, caratterizzata da colori vibranti e linee contorte, si trasformò in un tuffo audace nell’oscurità dell’animo umano.
Il connubio tra Kirchner e Murnau si manifesta in una serie di influenze reciproche, dove l’estetica espressionista diventa il terreno fertile in cui crescono le visioni del pittore e del regista.
Kirchner, con la sua abilità di tradurre emozioni complesse in pennellate audaci, ha indubbiamente fornito a Murnau uno spunto visivo per interpretare il terrore in termini viscerali, espressivi e scenografici. La distorta percezione della realtà che caratterizzava il lavoro di Kirchner si tradusse nella creazione di un ambiente cinematografico per Murnau che trasmetteva un senso di terrore psicologico, al di là delle convenzioni del genere horror. Contribuendo a definire l’estetica horror del film.
L’eredità espressionista del pittore contribuì così a plasmare l’identità visiva di Nosferatu, fornendo a Murnau gli strumenti per trasformare l’oscurità della psiche umana in un capolavoro cinematografico.
Nosferatu nella Moda : Victor&Rolf
Nella passerella Haute Couture Spring Summer 2022 del celebre duo olandese Victor&Rolf, emerge, almeno inizialmente, un omaggio al passato, precisamente al 1922, esattamente cento anni dall’uscita del capolavoro di Murnau. La musica classica sacrale caratterizza una cinematografia dell’orrore ben definita. Le ombre si delineano sullo sfondo, richiamando la famosissima scena finale di Nosferatu. Lunghe unghie completano l’immagine. I primi outfit si presentano in uno stile gotico classico, interamente in bianco e nero, esattamente come nei film di quell’epoca.
Tuttavia, ciò che colpisce immediatamente è la postura curva delle modelle, che sembrano emulare Max Schreck nei panni del Conte Orlock. Al contrario di un’abilità attoriale, le modelle deformano la postura in virtù dei tagli dei capi, concepiti e realizzati dagli stilisti olandesi. Victor&Rolf, come Murnau, piegano e deformano la realtà, ma mentre Murnau utilizzava la macchina da presa, i designer olandesi lo fanno attraverso i loro capi di abbigliamento, diventando così iconici nel loro approccio.
Con il proseguire della sfilata, ci rendiamo conto di come siano trascorsi cento anni e di quanto il contesto sia cambiato. La musica evolve verso toni elettronici, le unghie lunghe diventano un trend attuale, e gli outfit iniziano a colorarsi, modernizzandosi con forme più “over” e contemporanee.
Fino alla fantastica conclusione della sfilate che immortala nuovamente l’iconica scena sul finale del film.
Nosferatu: L’Interpretazione di Herzog
Per concludere dobbiamo per forza citare Werner Herzog con la sua versione di “Nosferatu” nel 1979. Mentre il film si basa chiaramente sull’opera di F.W. Murnau del 1922, Herzog porta la sua visione distintiva e la sua sensibilità narrativa nella rielaborazione di questo classico del cinema horror.
Dal punto di vista visivo, Herzog attinge chiaramente dall’estetica espressionista di Murnau. Le scenografie gotiche, le luci suggestive e le ombre profonde conferiscono al suo “Nosferatu” un’atmosfera simile a quella del film originale. L’uso del colore, sebbene sia un’aggiunta moderna e distintiva, trasmette un senso di continuità tra le due opere.
Max Schreck, l’attore che interpretò il Conte Orlok nella versione di Murnau, è in qualche modo resuscitato attraverso la performance di Klaus Kinski nella versione di Herzog. Kinski cattura la stessa essenza inquietante e spettrale che definiva il personaggio originale, portando una nuova interpretazione, ma allo stesso tempo rimanendo fedele alla natura iconica di Orlok.
Herzog sceglie di girare in location autentiche, spingendosi fino in Romania per conferire al suo film un’aura autentica. Questa decisione potrebbe essere vista come un omaggio al desiderio di Murnau di autenticità quando girò il suo “Nosferatu” a Wismar.
Nosferatu, il vampiro senza tempo, continua a essere un faro creativo che attrae artisti di diverse discipline, dimostrando che l’oscurità e la sua espressione artistica sono intrinsecamente legate alla nostra comprensione dell’arte e della cultura. Con il suo impatto duraturo, Nosferatu si staglia come una figura immortale, sempre pronta a ispirare e incantare nuove generazioni attraverso i secoli.
Attendiamo solamente Robert Eggers.