Rick Owens – SS25 – “Hollywood”

Lo stilista americano Rick Owens torna a esplorare il suo passato. Dopo le sfilate della scorsa stagione intitolate “Porterville”, il luogo di nascita dello stilista, si passa a Hollywood Boulevard, il luogo dove Owens iniziò a muovere i suoi primi passi nel mondo della moda.

10 outfit. 200 modelli.

Conciso nel messaggio. Maestoso nella rappresentazione.

Rick Owens  - SS25 - "Hollywood"

“Hollywood”, più che una celebrazione dei divi, sembra riflettere l’influenza che questi ultimi hanno sulle masse. Per l’appunto, masse di modelli che sfilano in una processione, evento non molto diverso da una parata militare, in uno stato di obbedienza servile come nei migliori romanzi distopici. Ma al posto del tetro e drammatico grigiore, prende vita il bianco sacrale, come una religione. Come DIVInità. Owens ci tiene a rappresentarlo in maniera esaustiva, facendo sì che questo si noti chiaramente. Non è una casualità che le sfilate, presentate attraverso canali mediatici digitali, siano piene di panoramiche dall’alto. La location della sfilata, il Palais de Tokyo a Parigi, evoca l’esoticità di film come “Cabiria” di Giovanni Pastrone o “Intolerance” di Griffith. La distopia dei look ricorda “Metropolis” di Lang. La marcia sacrale, accompagnata dalla Sinfonia N.7 di Beethoven, richiama eventi tragici della storia del ‘900, poco prima della Seconda Guerra Mondiale, con il “Triumph of the Will” o “Olympia: Festival of Beauty” di Leni Riefenstahl. Tutti film in cui le immagini diventano epiche, enfatiche e pompose, ma Owens ci mostra anche la pericolosità di queste immagini.

La cosa che colpisce sempre nelle sfilate di Rick Owens è il suo modo di convertire e trasformare le immagini e i messaggi, piegandoli sempre al suo stile. Quando tutti usavano il distopico per rappresentare il futuro incerto e oscuro, lui lo utilizzava per raccontare il passato. Ora che i messaggi “dark” sono stati soppiantati nelle passerelle per far posto a messaggi “positivi” (così possiamo definirli per banalizzare il tutto), Owens adatta il suo stile a ciò, ma non mette da parte la politica e il suo alone oscuro.

Tutti vestiti uguali, ma con qualche sfumatura l’uno dall’altro, dettagli e un tocco personale di narcisismo che però non basta a rendere le persone diverse in mezzo alla massa.

Rick Owens  - SS25

Corone aureole dorate, simbolo utilizzato nell’arte per rappresentare la santità cristiana. Il soggolo, il copricapo delle suore, chiamato nello stesso modo anche per rappresentare i copricapi militari. La processione solenne con il trasporto di una struttura o un oggetto sacro, definito “traslazione”. Ma non si trasportano santi, madonne o croci, bensì una donna con in mano una bandiera che richiama le bandiere militari, simbolo di appartenenza e orgoglio nazionale. Ma sulla bandiera non vi è lo stemma di un partito né i colori di una nazione, bensì due mani che si stringono: una bianca e una nera. Il vero orgoglio di appartenere al genere umano.

Rick Owens  - SS25 - "Hollywood"

Articolo di: Francesco Di Sante

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