H010N: un Distopico Specchio del Presente

“La VHS che avrei voluto trovare nella cineteca da bambino”. Questa frase del regista Luca Canale B. rappresenta un punto di partenza essenziale per descrivere il suo ultimo film, H010N . Un’affermazione densa di significato, la cui verità si coglie immediatamente già nei primi cinque minuti del film. Quest’opera, folle e coraggiosa, non scende a compromessi con nulla e nessuno, neppure con lo spettatore. È un film che pulsa di un’intensa libertà creativa e di sperimentazione visiva, senza tralasciare il valore simbolico, presente in una serie di messaggi profondi e radicati nella realtà contemporanea.

il dottore in H010N

Una metafora della realtà

L’intero design del film è curato in modo eccellente, e la fotografia raggiunge livelli elevati, caratterizzati da toni desaturati che evocano atmosfere orientali. Questo stile conferisce all’intera opera distopica un mood uniforme, in cui “robottoni” e cyborg diventano strumenti visivi potenti per raccontare qualcosa di più complesso e profondo. Rappresentano infatti un presente claustrofobico e alienante, intrappolato tra controllo e apparenza, in cui ogni respiro sembrava soffocato da un senso di artificiosità e manipolazione.

Questo è il contesto in cui vive la nostra protagonista. Segregata in una stanza e manipolata da quella che a noi spettatori viene presentata come una semplice voce narrante, che inconsciamente guida le sue scelte e visioni. Tra i dettami del “manuale del buon cittadino” e numerosi flashback, il protagonista inizia un processo di ribellione che esploderà in un crescendo liberatorio. Questo atto di ribellione segna non solo un punto di svolta nella trama, ma anche un’evoluzione interiore del personaggio, che cresce gradualmente e acquisisce una maggiore consapevolezza di sé.

robot H010N

Ma la qualità più significativa di H010N risiede proprio nella capacità del regista di rappresentare il nostro presente. In un’epoca in cui la realtà viene sempre meno rappresentata, e le nuove generazioni faticano a identificarsi in ciò che vedono, la protagonista incarna perfettamente questo senso di isolamento e insoddisfazione. In un mondo in cui spesso accettiamo passivamente ciò che ci viene detto senza sviluppare un pensiero critico autonomo, la ribellione – che forse risiede, latente, in ciascuno di noi – appare come una possibile via d’uscita da questo stato di stasi e conformismo.

Un lieve appunto critico va fatto per l’uso un po’ eccessivo dei flashback: a volte possono distrarre lo spettatore dalla trama principale, anche a causa della potenza visiva delle immagini, che incantano e colpiscono per la loro bellezza.

Qui il link per scoprire l’opinione di CineDistopic sul film – H010N: il piccolo cult di Luca Canale B.

Articolo di: Francesco Di Sante

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