“Il mondo è tuo” diventa “il mondo è vostro”: Da “Scarface” a “L’odio”

Nel cult “Scarface” di Brian De Palma, del 1983, la frase “The World Is Yours” (“Il mondo è tuo”) si legge su un dirigibile che solca il cielo notturno di Miami, simbolo del sogno americano. Per Tony Montana, immigrato cubano che scala i vertici del narcotraffico con una determinazione brutale, quella frase è una promessa, un obiettivo. Il mondo può essere di chi è abbastanza spietato da prenderselo. La pistola, costantemente in mano o a portata di mano, è il vero e proprio prolungamento della sua volontà che consente di imporsi e dominare.

il mondo è tuo scarface
Scarface (1983) – Regia di Brian De Palma

Ma dodici anni dopo, nel 1995, Mathieu Kassovitz prende quell’immagine e la deforma in quel capolavoro che prende il nome de “L’odio” (La Haine). Che sia una banlieue grigia, alienata e sorvegliata dalla polizia o la grande capitale Parigi, un graffito o un cartellone pubblicitario recita “Le monde est à vous”, (“Il mondo è vostro”) che, con una correzione diventerà: “à nous”, “nostro”. È un gesto minimo ma profondamente politico. In quella sostituzione, c’è tutta la differenza tra il mito individualista del potere personale e il potere collettivo di riscatto. Non è più l’ambizione del singolo a conquistare il mondo, ma la rivendicazione condivisa di appartenenza e visibilità.

il mondo è nostro l'odio
L’odio (1995) – Regia di Mathieu Kassovitz

Qui entra in scena la pistola. Ne “L’odio”, l’arma non è solo un oggetto narrativo ma è un simbolo di onnipotenza, di illusoria sovranità. Quando Vinz la trova, la pistola diventa la sua occasione per “essere qualcuno”. È il passaggio da una condizione di impotenza sociale a una fantasiosa percezione di potere assoluto. Come Tony Montana, anche Vinz si specchia nel mito della violenza e dell’arma come scorciatoia verso il rispetto e il controllo.

pistola nel film l'odio
L’odio (1995) – Regia di Mathieu Kassovitz

In una delle scene più famose in cui Vinz si guarda allo specchio come Travis Bickle in “Taxi Driver” di Scorsese, Vinz è solo, recita per sé stesso, come se fosse alla ricerca della propria identità attraverso l’immaginario cinematografico della violenza. La pistola diventa un totem di virilità, di supremazia, di riscatto. Ma è un potere fittizio, che non produce libertà, bensì ulteriore alienazione.

scena in cui L'odio cita Taxi Driver
L’odio (1995) – Regia di Mathieu Kassovitz

A differenza di Tony Montana, che usa la pistola per salire al potere e finisce consumato dalla sua stessa arroganza, Vinz non spara mai. La sua arma resta carica ma inutilizzata, come una promessa non mantenuta. E quando, nel tragico finale, il gesto fatale avviene fuori campo, improvviso, silenzioso, proprio quando Vinz si convince ed abbandona la sua convinzione, l’onnipotenza si dissolve nell’assurdo, nel caos, nella morte.

scarface pistola
Scarface (1983) – Regia di Brian De Palma

Così, se in “Scarface” la pistola è lo strumento con cui si conquista il mondo, ne “L’odio” è il simbolo della falsa promessa del potere. L’arma non emancipa, isola. Non difende, attira la violenza, non comanda, condanna.

Nel passaggio da “Il mondo è tuo” a “Il mondo è nostro”, Kassovitz mette in scena un contesto dove le istituzioni hanno già imposto la loro violenza strutturale e l’arma non può essere la soluzione, ma solo un eco disperato della stessa logica repressiva. La vera rivoluzione non passa per la canna di una pistola, ma per il riconoscimento collettivo del valore umano e sociale di chi vive ai margini.

Articolo di: CineDistopic

CineDistopic

gli altri articoli