Titolo: Storia della Tuta Intera: Nascita ed Evoluzione fino ai Giorni Nostri
Articolo di: Francesco Di Sante
Introduzione:
[…] Per adattare il goletto, si deve piegare il pezzo di stoffa XXYY lungo la linea centrale punteggiata e cucirlo al rovescio destro YC, iniziando dal punto Y; proseguendo fino al vertice T del triangolino STO, lungo il lato TO fino alla cucitura del dietro, e quindi risalire lungo il lato OP del triangolo OPQ, ritornando così al rovescio sinistro DX. […]
Il testo sopra potrebbe sembrare un messaggio crittografato della Seconda Guerra Mondiale per chi non è un modellista. Tuttavia, all’inizio degli anni dieci del 1900, era comprensibile per quasi tutte le donne che si dilettavano nel cucito, una pratica comune cento anni fa.
Ciò che era insolito per l’epoca era il modello ideato dal futurista Thayaht, presentato per la prima volta il 17 giugno 1920 come allegato al quotidiano fiorentino “La Nazione”, che prese il nome di Tuta.
- Contesto Storico: primi decenni del 1900
- Nascita del Nome
- La Tuta Femminile
- La Tuta Intera nella Moda di Oggi
Contesto storico: primi decenni del 1900
Thayaht, pseudonimo di Ernesto Michahelles, è stato un artista italiano straordinariamente poliedrico, vissuto in un periodo storico ricco di cambiamenti e innovazioni che influenzarono profondamente le sue opere pittoriche e scultoree, i suoi disegni, la sua fotografia e certamente anche l’invenzione della tuta.
L’inizio del XX secolo vide un’accelerazione nell’industrializzazione, portando cambiamenti significativi nel modo di vivere e lavorare delle persone. Fu l’epoca delle invenzioni e della diffusione di automobili e aeroplani e della crescente disponibilità di elettricità nelle case e nelle industrie.
L’Europa fu devastata dalla Prima Guerra Mondiale, con la necessità di ricostruire in modo moderno. Fu anche il periodo dell’ascesa del fascismo.
Fu un’era in cui emersero nuovi movimenti artistici come il cubismo, il costruttivismo e il surrealismo. Il Bauhaus, nato in Germania nel 1919, influenzò sicuramente Thayaht con le sue idee di fusione tra arte, artigianato e tecnologia. Tuttavia, tra tutti i movimenti, quello che lo rappresentò maggiormente fu il Futurismo di Filippo Tommaso Marinetti, al quale aderì.
I Principi del Movimento Futurista nella Moda
I principi futuristi si basano sulla rottura con il passato e il rifiuto delle tradizioni e delle convenzioni, a favore di un’esaltazione della modernità attraverso la tecnologia e il dinamismo, uniti all’esaltazione della violenza e della semplicità.
Tali principi influenzarono anche la loro percezione e le aspettative riguardo alla moda: abolizione delle tinte neutre e sbiadite, dei pattern a righe, a quadri e a pois, dei vestiti da lutto e degli abiti simmetrici.
Tutto ciò a favore di un’aggressività dinamica con colori forti e pattern dinamici come triangoli, coni, spirali, ellissi e cerchi, semplicità e comodità, tagli igienici che permettono alla pelle di respirare, colori gioiosi e luminosi come le stoffe fosforescenti, e abiti asimmetrici di breve durata e variabili grazie a modifiche da apportare a piacimento.
Ed è proprio basandosi su questi principi che Thayaht forgiò la sua tuta.
Nascita del Nome: Tuta
Le istruzioni sul cartamodello pubblicato precedentemente spiegavano il motivo per cui si chiama “tuta” e illustravano l’applicazione dei principi del movimento futurista.
Riporto testualmente:
- “Tutta la stoffa (metri 4,4 alta 0,7) viene utilizzata senza alcuno scarto, quindi c’è ECONOMIA DI TESSUTO.
- È una combinazione unica di un pezzo con il minimo di cuciture, quindi c’è ECONOMIA DI FATTURA.
- Veste tutta la persona e con soli sette bottoni e una semplice cintura è pronta, quindi c’è ECONOMIA DI TEMPO.
- Fra poche settimane tutta la gente sarà in tuta e la massima comodità, il senso di benessere e la completa libertà di movimento daranno a chi la indossa un senso di rinnovamento con un effettivo risparmio di energia.”
La consonante perduta si ritrova nella forma stessa della tuta, che ha appunto la forma di una “T”. Si raccomanda, per economia, che ognuno si faccia cucire la tuta in casa.
La Tuta Femminile
La tuta femminile, nata successivamente a quella maschile, aveva alcune caratteristiche leggermente diverse. Gli uomini di quegli anni indossavano abiti con tessuti rigidi e colori scuri per non mostrare polvere e macchie, quindi la tuta rappresentava un cambiamento netto per la sua morbidezza, i suoi colori audaci e la sua semplicità.
Le donne erano già inclini a un abbigliamento morbido e semplice, quindi la tuta rappresentava solo un’esasperazione delle qualità già presenti nel vestiario femminile. L’unica accortezza era l’abbandono delle stoffe costose, in quanto non è la stoffa a creare l’eleganza, concesso solo un nastro di cotone bianco o nero per decorare maniche, tasche e collo.
La tuta femminile era composta da una camicia da uomo allungata con una corta abbottonatura sul davanti e una gonna sostenuta da una cintura o un semplice nastro attorno alla vita. Seguivano una serie di consigli di stile su cosa non indossare: niente tacchi e niente cappello.
La tuta da donna venne brevettata e proposta alla casa di moda Madeleine Vionnet, dove Thayaht lavorò come stilista per tre anni. Successivamente, venne ripresa anche da Elsa Schiaparelli.
La Tuta Intera nella Moda di Oggi
Oggi, la tuta intera è un capo di abbigliamento versatile e apprezzato, simbolo di praticità ed eleganza. Da abito funzionale nato nel contesto futurista, si è evoluta in numerosi stili adatti a varie occasioni. Le passerelle di moda la celebrano costantemente, dimostrando la sua adattabilità e la sua capacità di unire comfort e raffinatezza.
Per concludere, lasciamo alcuni esempi di sfilate moderne che mostrano come la tuta intera continui a essere un elemento centrale nelle collezioni di moda contemporanea.