Tra meno di una settimana si concluderà la trilogia horror ideata e diretta da Ti West con l’uscita di “Maxxxine” nelle sale cinematografiche. In attesa di questo evento, proprio oggi, Lucky Red riporta sul grande schermo i primi due capitoli, “X” e “Pearl”, due pellicole straordinarie che meritano di essere riviste e di cui oggi voglio parlarvi in previsione dell’imminente uscita del capitolo finale.
LA POTENZA DEL CINEMA
In “X” e “Pearl,” Ti West esplora l’evoluzione del cinema e il suo impatto sociale attraverso diverse epoche e generi cinematografici. Un’enorme riflessione metacinematografica su come il cinema abbia plasmato i sogni, le paure e i valori culturali delle diverse generazioni.
Sommerso dalle vibes del cinema horror/slasher anni ’70, “X” è ambientato proprio in quel periodo, un periodo cruciale per il cinema americano, caratterizzato anche dalla fine dell’epoca d’oro di Hollywood e dall’ascesa del cinema indipendente e della controcultura. Negli anni ’70, l’industria cinematografica iniziava a sperimentare con contenuti più audaci e trasgressivi, soprattutto nei film a basso budget. Lo scopo del gruppo protagonista di questa pellicola rappresenta, a pieno, una rottura con i tabù del passato e una sfida alle norme culturali dominanti. I protagonisti del film sono spinti dal desiderio di catturare la realtà della loro epoca e di esprimere una nuova visione della sessualità e della libertà personale. Ma questa libertà ha un costo. La violenza e la repressione nella fattoria, simboleggiando la resistenza della società tradizionale ai cambiamenti culturali.
“Pearl”, ambientato nel 1918, si svolge in un’epoca precedente all’ascesa del cinema di massa come lo conosciamo oggi. Ti West esplora l’inizio del cinema e il suo impatto sulla psiche e sulle aspirazioni delle persone, in particolare su Pearl, la protagonista. Per Pearl, il cinema rappresenta un mezzo di fuga dalla sua dura realtà rurale. In un’epoca in cui il cinema muto stava iniziando a diventare popolare, Pearl vede in esso la possibilità di una vita diversa, lontana dalla monotonia e dalle restrizioni della vita contadina, brama la celebrità. Il regista analizza come il cinema abbia sempre rappresentato una forma di evasione e di sogno per le masse, mostrando anche la pericolosa illusione che questi sogni possono creare, di come il cinema inizi a esercitare un’attrazione fatale su coloro che aspirano a una vita di fama e successo. Pearl incarna questo desiderio in maniera estrema. La sua diventa una vera e propra ossessione così tanto che la sua percezione della realtà muta e si distorce, conducendola alla follia.
In “X” e “Pearl”, Ti West utilizza il cinema, non solo come semplice sfondo ma assume la funzione di un catalizzatore di aspirazioni umane. Un mezzo potente che può alimentare tanto le fantasie quanto le frustrazioni, trasformando i sogni in incubi.
IL FATTORE M
Anima e cuore pulsante del film è Mia Goth. In una forma smagliante, offre due interpretazioni straordinarie nei film “X” e “Pearl,” interpretando i personaggi di Maxine Minx e Pearl rispettivamente. Sebbene i due personaggi siano vissuti in epoche diverse e abbiano esperienze di vita molto differenti, condividono alcune caratteristiche fondamentali.
Sia Pearl che Maxine condividono un forte desiderio di lasciare il loro ambiente di origine e di diventare famose. Pearl sogna di diventare una star del cinema nei primi anni del Novecento, mentre Maxine cerca di affermarsi nell’industria del cinema per adulti negli anni ’70. Entrambe vedono nel cinema (o nella performance) una via di fuga dalle loro vite attuali e un mezzo per realizzare i loro sogni. Entrambe le donne sono incredibilmente determinate a raggiungere i loro obiettivi, disposte a tutto pur di realizzarli. Questa determinazione è una caratteristica centrale che Mia Goth incarna in entrambe le interpretazioni, mostrando la stessa intensità nel perseguire ciò che vogliono, indipendentemente dalle conseguenze.
Pearl vive in una fattoria isolata, in un ambiente rurale e repressivo. La sua vita è dominata dalla severità della madre e dalla routine della vita contadina. Maxine, invece, vive negli anni ’70, un’epoca di liberazione sessuale e di cambiamenti culturali, dove la libertà individuale e la ricerca del piacere personale sono più accettate, almeno in alcuni ambienti. Questa differenza di contesto è a dir poco cruciale. Maxine è più consapevole di sé e della sua sessualità rispetto a Pearl. Maxine utilizza la sua sessualità come strumento di potere e per avanzare nella sua carriera, riflettendo una maggiore emancipazione e consapevolezza delle dinamiche di potere. Pearl, al contrario, vive in una società repressiva che la soffoca, e la sua sessualità è più repressa e distorta, portandola a cercare una via di fuga attraverso la fantasia e il cinema. Pearl riesce ad essere una combinazione di innocenza infantile e follia latente. Ha vere e proprie esplosioni di violenza, ma anche momenti di vulnerabilità e disperazione, mostrando di essere una donna intrappolata tra i suoi sogni irrealizzabili e una realtà opprimente. Maxine è più sicura e focalizzata. Maxine è una donna che sa cosa vuole e che ha già una certa esperienza del mondo, anche se è ancora in cerca della propria identità e del successo.
Pearl e Maxine sono due facce della stessa medaglia: entrambe sono donne ambiziose e determinate, ma le loro vite e i loro destini sono profondamente influenzati dalle diverse epoche e circostanze in cui vivono.
PORNHORROR
Questi due generi, apparentemente molto diversi, vengono combinati per rivelare i desideri nascosti, le paure profonde e le pulsioni primordiali che definiscono l’essere umano.
Sia il porno che l’horror sono generi cinematografici che, in modi diversi, mettono a nudo il corpo e la psiche umana. Il porno esplora apertamente la sessualità, spesso rompendo i tabù sociali e mettendo in primo piano il desiderio fisico. L’horror, d’altra parte, si addentra nelle paure più profonde dell’essere umano, spesso esplorando temi legati alla morte, alla violenza, e alla psiche disturbata. Entrambi i generi hanno una forte componente fisica e corporea. Nel porno, il corpo è esposto nella sua vulnerabilità sessuale; nell’horror, il corpo viene spesso esposto nella sua vulnerabilità fisica, che può includere mutilazioni, traumi e morte. Nel porno, il corpo è un oggetto di piacere e desiderio, ma nell’horror, lo stesso corpo diventa un sito di violenza e distruzione.
In “X”, il corpo dei personaggi è contemporaneamente un mezzo per esprimere la libertà sessuale e un bersaglio per la violenza. La nudità, che nel porno è associata al piacere, nell’horror diventa vulnerabilità e, in ultima analisi, mortalità. Questa dualità mette in luce come il corpo possa essere sia fonte di vita che di morte, un tema che è centrale in entrambi i generi.
In “Pearl”, la protagonista è una giovane donna la cui sessualità e ambizione sono rigidamente controllate. Questo controllo porta alla repressione e, infine, alla follia, con Pearl che esplode in atti di violenza brutale.
Ti West mescola questi due generi per sottolineare l’ambiguità morale e la complessità dell’essere umano. Il porno e l’horror, attraverso la loro attenzione per il corpo e la psiche, permettono di esplorare aspetti dell’esperienza umana che spesso vengono evitati o censurati. La combinazione di questi generi nei film rivela tanto i desideri quanto le paure, mettendo in luce la fragilità e la forza dell’essere umano. Il corpo, che nel porno è glorificato, nell’horror viene distrutto, mostrando le due facce della stessa medaglia.
Infine, il porno e l’horror trattano entrambi, in modi diversi, il ciclo della vita e della morte. Il sesso, come simbolo di vita e creazione, e la violenza, come simbolo di morte e distruzione, si intrecciano nei film di Ti West per esplorare la condizione umana nella sua forma più cruda e reale.
Ti West fino a qui ha realizzato due pellicole di elevato spessore tecnico e contenutistico senza mai risultare mai banale ma costruendo una tensione che tocca picchi altissimi per poi sfociare in violenza ed orrore puro.
Non ci resta che aspettare il 28 Agosto per poter vedere la conclusione della geniale trilogia iniziata pochi anni fa.
Articolo di: CineDistopic