Negli ultimi anni, è emerso un trend nella fotografia di moda che vede modelli vestiti con abiti eleganti o streetwear posare in luoghi decadenti e abbandonati, oppure in contesti di vita quotidiana. Questo stile ha guadagnato popolarità per il contrasto tra il moderno e il deteriorato, offrendo un modo efficace per far immedesimare le persone in determinati abiti. Si tratta di individui che non si rispecchiano più nella lussuosità espressa dalla fotografia di moda tradizionale e dall’immaginario artificiale dei social media. Piuttosto, questo stile riflette ciò che vivono nella loro quotidianità o qualcosa che vi si avvicina, come può essere un mercato, le scale mobili di un centro commerciale, una metropolitana, oppure un luogo abbandonato in cui appartarsi. È interessante notare come questa estetica abbia radici profonde nella tradizione gotica, dove il contrasto tra eleganza e decadenza è netta.
Per affrontare questo tema dovremo passare per diverse arti :
Letteratura: le radici gotiche
La storia della moda gotica risale al XVIII secolo, con il movimento romantico e il suo fascino per il macabro e il misterioso. Abiti scuri, silhouette drammatiche e atmosfere tetre caratterizzavano questo stile, che trovava ispirazione in romanzi gotici come “Il Castello di Otranto” di Horace Walpole e “Frankenstein” di Mary Shelley.
Ma per raccontarvi bene il significato che può assumere una dimora in rovina/stregata fino ad arrivare ai tempi moderni dovrò parlarvi di due racconti del genere: “La Caduta della Dimora degli Usher” di Edgar Allan Poe e “La Casa Stregata” di HP Lovecraft. Due racconti che esplorano il tema del soprannaturale e della decadenza, ma lo fanno in modi distinti e con diversi focus narrativi e stilistici.
“La Caduta della Dimora degli Usher”
Scritto da Edgar Allan Poe nel 1839, è un classico esempio di letteratura gotica. Il racconto narra la storia di un narratore senza nome che visita l’antica dimora della famiglia Usher su invito del suo amico di vecchia data, Roderick Usher. La casa è descritta come decrepita e maledetta, riflettendo la decadenza della famiglia che vi risiede. La narrazione si concentra sulla relazione tra il narratore e Roderick, evidenziando la crescente follia di quest’ultimo e la sua connessione simbiotica con la casa. Il suo racconto è incentrato sulla decadenza della famiglia Usher e sul deterioramento mentale dei suoi membri, con un forte risvolto psicologico creando un parallelismo con la dimora che non è altro che uno specchio dei suoi proprietari.
“La Casa Stregata”
di Lovecraft, pubblicato nel 1924, presenta una prospettiva diversa. Ambientato a Providence, Rhode Island, il racconto segue un narratore che investiga su una casa maledetta, non per aver causato la morte o la follia di chiunque vi abiti. Attraverso una serie di ricerche storiche e racconti di testimonianze, il narratore scopre che la casa è infestata da una forza maligna che trascende la comprensione umana. Lovecraft usa il racconto per esplorare temi di orrore cosmico, suggerendo che l’universo è governato da forze malevole che vanno oltre la comprensione umana.
Vorrei precisare che questi racconti creano situazioni di suspense e terrore nell’epoca attuale, immaginate cosa potesse suscitare nelle menti delle persone negli anni della loro pubblicazione.
Cinema: immaginario collettivo
Per comprendere meglio il passaggio dalla moda gotica allo stile elegante (o streetwear) in contesti decadenti, proponiamo un parallelismo con l’evoluzione del cinema horror.
Pensiamo ai film horror gotici che hanno plasmato l’immaginario collettivo del genere: “Nosferatu”, “Dracula” o Barbara Steele ne “La maschera del demonio” di Mario Bava . Le ambientazioni sono buie, decadenti e lontane dalla realtà, con castelli, carrozze e personaggi vestiti con abiti eleganti di epoche passate, il bianco e nero. Queste caratteristiche, seppur affascinanti, rendevano l’orrore meno immediato per gli spettatori, in quanto legato a un immaginario ormai superato nella vita quotidiana.
Così, nel 1968, tre film rivoluzionarono il genere horror: “Rosemary’s Baby” di Roman Polansky, “La Notte dei morti viventi” di George Romero e “L’ora del lupo” di Bergman. Cosa li accomuna?
- L’ambientazione in luoghi comuni e quotidiani: la New York degli anni ’60 o la Pennsylvania rurale.
- Gli abiti, I protagonisti non indossano più vestiti in pizzo, mantelli o merletti ricamati sontuosi, ma capi comuni dell’epoca: pantaloni a sigaretta, maglioni, babydoll, camicie button-down e classici completi da uomo d’affari con i pantaloni a vita alta e giacche dritte.
- Il modo di pensare e parlare rispecchia l’epoca presente per gli spettatori.
Nonostante il cambiamento di ambientazione e stile, l’influenza gotica non scompare, anzi si evolve. Tutti e tre i film, soprattutto “L’ora del lupo”, presentano elementi tipici del gotico, come l’atmosfera inquietante, i temi psicologici e il simbolismo.
Da qui la naturale conseguenza dell’evoluzione dell’abbigliamento in eleganza e decadenza, anche nel mondo della moda.
Moda: scenari quotidiani
La fotografia di moda oggi abbraccia la realtà quotidiana con una passione rinnovata, riflettendo un desiderio crescente di autenticità e vicinanza alla vita reale. Gli stilisti e i fotografi, consapevoli di questo cambiamento nel gusto del pubblico, scelgono ambientazioni urbane comuni come palcoscenico per le loro creazioni. Le strade trafficate, i mercati locali pulsanti di vita, le stazioni della metropolitana affollate e persino gli edifici abbandonati diventano tela e sfondo per esprimere l’estetica della moda contemporanea.
Questo trend rappresenta un ritorno alla semplicità e all’autenticità, contrapponendosi all’immaginario idealizzato spesso veicolato dai social media. La moda non è più relegata a luoghi esclusivi o ambientazioni glamour, ma si insinua nella routine quotidiana delle persone, diventando parte integrante del tessuto urbano e sociale.
L’utilizzo di queste ambientazioni comuni conferisce alla moda un’aura di familiarità e accessibilità, permettendo al pubblico di immaginarsi indossare quei capi mentre attraversano la città o mentre si immergono nella frenesia della vita quotidiana. Inoltre, queste scelte riflettono anche una consapevolezza della bellezza e dell’interesse che possono risiedere negli spazi urbani più trascurati e dimenticati, trasformando ciò che potrebbe essere considerato degrado in una cornice suggestiva e affascinante.
Molti designer traportano questo trend nello stile gotico. Gli scenari decadenti, le atmosfere oscure e i dettagli drammatici tipici del gotico continuano ad essere ampiamente utilizzati nella moda contemporanea, pur se reinterpretati in chiave moderna. In questo contesto, le location possono rappresentare i luoghi ideali per appartarsi e dedicarsi ad attività che non necessitano di essere esposte al pubblico.
Per concludere l’articolo vi lasciamo con alcuni esempi in cui il contrasto tra eleganza e decadenza è netta.
Gareth Pugh by Nick Knight – A/W 17
Alexander Mcqueen by Steven Klein – F/W 14-15
Ann Demeulemeester by Alan Schaller – F/W 22-23
“Eleganza e Decadenza” – Articolo di: Francesco Di Sante