Extreme Fashion : 7 sfilate iconiche

Quando parliamo di extreme fashion, non ci riferiamo necessariamente al messaggio politico che esse possono trasmettere, ma piuttosto all’immaginario visivo che presentano. Queste sfilate si distinguono per la loro capacità di evocare emozioni forti attraverso l’uso di elementi drammatici, temi cupi e un’estetica forte. In questo articolo esploreremo alcune delle collezioni più iconiche e controverse, che hanno lasciato un’impronta indelebile nella storia della moda.

Kanye West alla sfilata di balenciaga esempio di extreme fashion

Gareth Pugh – Autunno/Inverno 2015-16

La collezione Autunno/Inverno 2015-16 di Gareth Pugh è una delle sfilate più iconiche e cupe dello stilista britannico, conosciuto per il suo approccio dark e teatrale alla moda. Questa collezione ha esplorato temi di potere, ribellione e rituali oscuri, utilizzando elementi visivi drammatici e suggestivi.

Gareth Pugh sfilata emblema dell'extreme fashion

Pugh ha ambientato la sfilata in un contesto quasi ritualistico, evocando immagini di antichi riti e simbolismi esoterici. L’atmosfera era carica di tensione e mistero, accentuata dalla musica di sottofondo e dall’illuminazione soffusa. Le modelle, con i volti dipinti di bianco e nero, sembravano sacerdotesse o guerriere di un culto oscuro, pronte a partecipare a un rituale segreto.

Gli abiti presentati in questa collezione erano caratterizzati da linee severe e strutture architettoniche. Pugh ha utilizzato una palette di colori principalmente nera, con accenti di rosso e bianco, per creare un contrasto netto e drammatico. Le silhouette erano forti e imponenti, con spalle larghe, cappe voluminose e dettagli in pelle.

Alexander McQueen – “Highland Rape” (Autunno/Inverno 1995)

Quando si parla delle sfilate di Alexander McQueen, sarebbe possibile inserire quasi tutte le sue collezioni per il loro impatto visivo e concettuale in pieno titolo di extreme fashion. McQueen è conosciuto per il suo stile audace, provocatorio e spesso disturbante, capace di sfidare le convenzioni della moda. Tuttavia, per questa analisi abbiamo scelto una sfilata meno conosciuta, ma altrettanto significativa: “Highland Rape” dell’Autunno/Inverno 1995. Questa collezione merita di essere scoperta e apprezzata per la sua intensità e la sua complessità tematica.

“Highland Rape” è una delle sfilate più controverse di McQueen, esplorando temi di violenza, colonialismo e identità culturale. Il titolo stesso è una dichiarazione provocatoria, alludendo alla storica oppressione e allo sfruttamento della Scozia da parte dell’Inghilterra. McQueen, di origini scozzesi, ha utilizzato questa collezione per esprimere il suo profondo legame con la sua eredità culturale e la rabbia per le ingiustizie storiche.

la prima sfilata di Alexander Mcqueen

La collezione presentava abiti che sembravano strappati e danneggiati, come se le modelle fossero appena uscite da un conflitto. Le stoffe stracciate e i tagli irregolari evocavano un senso di violenza e vulnerabilità.

La sfilata stessa era una performance carica di tensione emotiva. Le modelle camminavano in modo disordinato e drammatico, spesso con sguardi persi o arrabbiati, contribuendo all’atmosfera di vulnerabilità e oppressione. La musica di sottofondo e l’illuminazione oscura amplificavano ulteriormente l’impatto emotivo della presentazione.

“Highland Rape” ha suscitato reazioni contrastanti da parte del pubblico e della critica. Alcuni hanno accusato McQueen di glorificare la violenza contro le donne, mentre altri hanno lodato la sua audacia nel trattare temi complessi e controversi attraverso la moda. McQueen ha sempre sostenuto che la collezione era una critica alla violenza e una celebrazione della resilienza culturale scozzese.

Balenciaga – Primavera/Estate 2023

La collezione Primavera/Estate 2023 di Balenciaga, presentata da Demna Gvasalia, ha lasciato un’impronta indelebile nel mondo della moda per la sua presentazione drammatica e il messaggio sociale potente. Conosciuta per la sua capacità di rompere le convenzioni e di sfidare le aspettative, Balenciaga ha proposto una sfilata che ha combinato elementi distopici, commenti sulla cultura contemporanea e un’estetica fortemente influenzata dal futuro.

Stessa sfilata precedente di Balenciaga

La sfilata si è svolta in un contesto post-apocalittico e distopico. Il set, una fossa di fango all’interno di un grande spazio industriale, ha creato un’atmosfera cupa e decadente. Questo scenario evocava immagini di un mondo in rovina, accentuando il messaggio della collezione riguardante il degrado ambientale e sociale.

La collezione ha mescolato elementi di couture e streetwear con un tocco futuristico e distopico. Gvasalia ha esplorato il concetto di abbigliamento come armatura, utilizzando tessuti tecnici e materiali innovativi.

Rick Owens – Primavera/Estate 2019: “Babel”

La collezione “Babel” di Rick Owens per la Primavera/Estate 2019 è stata una celebrazione sperimentale dell’immaginazione creativa del designer. Ispirata al mito biblico della torre di Babele, la collezione ha esplorato temi di comunicazione, disconnessione e ricerca di significato nell’era moderna. Owens, altro stilista emblema dell’extreme fashion, ha trasformato questi concetti in una serie di capi avveniristici e iconici che hanno catturato l’immaginazione del pubblico.

Rick Owens Babel extreme fashion

La sfilata si è svolta in un ambiente surreale e futuristico, con un set minimalista e un’illuminazione studiata per creare un’atmosfera di mistero e incanto. Il tema della torre di Babele è stato interpretato attraverso l’uso di linee geometriche, proporzioni esagerate e materiali tecnici, evocando un senso di grandiosità e ambiguità.

La collezione “Babel” ha presentato una serie di capi sperimentali, caratterizzati da silhouette esagerate, drappeggi drammatici e dettagli intricati.

Maison Margiela by John Galliano – “Artisanal” – Haute Couture 2024

Di questa collezione abbiamo parlato ampliamente nelle recensioni delle sfilate Haute Couture S/S 2024

Haute Couture Maison Margiela

Robert Wun – Haute Couture Spring Summer 2024

La collezione Haute Couture Primavera/Estate 2024 di Robert Wun ha trasformato la passerella in un’eccezionale fusione tra moda e horror. La sfilata, descritta come un incontro tra “American Horror Story” e “Beetlejuice”, ha esplorato temi di paura e ansia attraverso una serie di capi audaci e teatrali. Questa collezione rappresenta un passo importante nella carriera di Wun, segnando il suo debutto ufficiale nell’Haute Couture con uno spettacolo che ha suscitato forti emozioni e ammirazione.

Wun ha attinto al mondo dell’horror, creando una narrazione visiva che esplora le paure profonde e la bellezza oscura. La collezione è stata un viaggio nel mondo dell’immaginario gotico, con abiti che sembravano usciti direttamente da un film horror. Il designer ha saputo combinare elementi di terrore con un’eleganza sofisticata, creando un equilibrio perfetto tra provocazione e raffinatezza.

Hussein Chalayan – “Airmail Clothing” – SS 1997

Anche se nell’introduzione dell’extreme fashion abbiamo precisato che le sfilate presentate non dovevano necessariamente avere un’impronta politica, ma si basavano solo sull’immaginario creato, ci sembrava un insulto non inserire la collezione “Airmail Clothing” di Hussein Chalayan. Presentata alla London Fashion Week nel 1997 è stata un’opera provocatoria e politicamente carica che ha suscitato ampio dibattito sulla moda e sulle questioni culturali e politiche contemporanee. Il fulcro della collezione è stato l’uso dei burka, tradizionalmente indossati dalle donne musulmane per coprire il corpo e il viso, come elemento centrale della sua estetica.

Una delle sfilata più politiche della storia di Hussein Chalayan

Chalayan ha utilizzato i burqa come mezzo per esplorare temi legati alla religione, all’identità culturale e alla politica di genere. La sua interpretazione dei burqa ha trasceso la loro funzione tradizionale, dando loro una nuova vita come simboli di cambiamento sociale e politico. Attraverso la moda, Chalayan ha sollevato questioni riguardanti il ruolo delle donne nella società, la libertà individuale e la percezione pubblica della religione.

La collezione è stata presentata in un periodo di crescente tensione e conflitto politico in diverse parti del mondo, compreso il Medio Oriente. Chalayan ha sfruttato questo contesto per esplorare il significato dei burqa in un contesto globale, portando alla luce le complessità e le contraddizioni della cultura e della politica contemporanee.

La collezione “Airmail Clothing” ha suscitato reazioni contrastanti dalla critica e dal pubblico. Alcuni hanno elogiato Chalayan per il suo coraggio nel sollevare questioni politiche e sociali attraverso la moda, mentre altri hanno criticato la sua appropriazione culturale e la sua presunta mancanza di rispetto verso le tradizioni religiose. Tuttavia, non c’è dubbio che la collezione abbia avuto un impatto significativo sul mondo della moda, spingendo gli osservatori a riflettere sulla relazione tra moda, politica e cultura.

Conclusione

Queste sfilate rappresentano solo una parte dell’affascinante mondo dell’ extreme fashion . Con il loro immaginario visivo unico e l’approccio estremo, hanno sfidato le convenzioni e ispirato un’intera generazione di designer e appassionati di moda. In un prossimo articolo, esploreremo altre sfilate che hanno fatto la storia, con un focus sul loro impatto politico e sociale proprio per questo motivo abbiamo voluto lasciarvi con Hussein Chalayan.

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