La Casa Nera spalanca la sua porta

Titolo: La Casa Nera Spalanca la Sua Porta

Articolo di: Giulia Massetto (Coven Riunito)

Piccola antologia delle case stregate (Pt. 1)

Piccola antologia delle case stregate è una serie di articoli che esplora le dimore più oscure e maledette della letteratura. In questa prima parte, Giulia Massetto ci introduce al concetto di casa nera, partendo dalle sue origini nell’antichità.

La casa nera nella piccola antologia delle case stregate

La Casa Nera spalanca la sua porta

Nessun posto è come casa, ce lo insegnano sin da piccoli. Anzi, non ce lo insegna nessuno: è una sensazione che arriva spontanea e naturale in tenera età.

La casa ha muri solidi e sicuri, il suo profumo infonde protezione nella nostra anima ogni volta che ne varchiamo la soglia.

Conosciamo ogni angolo del luogo dove abitiamo, e ci muoviamo abilmente nel nostro ordine e nel nostro disordine.

I mostri, a casa nostra, non ci possono acciuffare: basta chiudere bene la porta,  l’anta dell’armadio e, nottetempo, curarsi di far sparire ogni appendice del nostro corpo sotto le coperte, quelle coperte che non solo neutralizzano ogni forza del male, ma anche la mano armata degli assassini veri.

Tuttavia la letteratura, sin da tempi insospettabili, si è adoperata per ribaltare questo concetto di sicurezza e di comfort zone, creando una spaccatura intensa e sempre assai sentita, che va a riproporre la casa come qualcosa di malefico, o, alzando l’asticella, addirittura infestato. Questo elemento, dalla inconfutabile forza ansiogena, va a minare una delle poche certezze che l’uomo ha in questa vita: non si è mai davvero al sicuro, nemmeno dove la vita dovrebbe srotolarsi in tutta la sua quiete. In poche parole, rendere un’abitazione un locus orridus equivale ad eliminarne la muta sacralità.

Altra faccenda è, invece, se la casa in questione non è quella in cui viviamo, ma è una casa che arriva nella nostra vita, una casa che incontriamo. Ci passiamo davanti per pura fatalità, o siamo incuriositi dalla sua storia e non resistiamo al fascino magnetico della sua fama sinistra.

È il momento di addentrarci nel topos della casa nera, che attraversa nella letteratura i secoli cambiando aspetto e moniti, regalandoci suggestioni sempre in evoluzione.

Sorprendentemente, le primissime tracce della casa maledetta nella letteratura occidentale si ritrovano negli scritti di Virgilio, Omero e Plinio Il Giovane. In quest’epoca remota, il genere horror era ancora uno sconosciuto, ma in egual misura gli antichi son riusciti con maestria a stravolgere la normalità, la banalità, chiazzando i loro manoscritti di ombre inquietanti. In particolar modo, Plinio il Giovane descrisse in una lettera a Licinio Sura una sinistra abitazione in Atene, rivelandosi un incredibile precursore di quello che divenne poi il fantasma tipico della letteratura gotica. Certo, perché nella casa maledetta il sovrannaturale ha un suo peso più che specifico, che è andato di pari passo con l’evoluzione delle culture.

Justin Ford, “Il filosofo stoico Atenodoro affitta una casa stregata. Incisione, 1900 ca.

Come si distingue una casa maledetta da una casa sana e benevola?

L’estetica della casa nera, solitamente, non lascia nulla di buono all’immaginazione. Il suo aspetto è tetro, decadente, e i suoi mattoni stanchi e immobili spesso sono sopraffatti dalla vegetazione infestante. Attorniata da un’atmosfera densa e misteriosa, è la location perfetta per le sfide di coraggio fra i ragazzini, per le esplorazioni degli incoscienti a caccia di emozioni forti e per inventare storie, o ricamarne di nuove su quanto già noto.

Solo più in là nel tempo, la casa nera è diventata anche un’insospettabile abitazione non per forza antica, non per forza preda dell’edera e dei corvi sui tetti, o di un’inspiegabile anima oscura. Una splendida casa nuova di zecca, insomma, è perfettamente in grado di trasformarsi in una minaccia reale.

Il perché di questo cambiamento è riscontrabile nell’evoluzione della percezione dell’animo umano nel corso della storia: l’uomo ha indagato, nella filosofia, nella teologia e nella psicologia, e la sua abitazione è sempre stata sua anima: uno strumento perfetto per manomettere, in senso metaforico, il suo equilibrio.

La casa maledetta può configurarsi infatti come un sincero specchio del suo inquilino, materializzando le sue paure più intime o, ancor peggio, dando una voce (e una dimensione visiva) ai suoi segreti più inconfessabili. In altre accezioni, quell’insieme di mattoni tumultuosi non è altro che un empio mostro senziente e succhia sangue che brama le anime dei suoi inquilini a causa della scoperta di un amuleto celato, o di un passato infausto e incancellabile. La brama del sangue e del sacrificio, in tanti casi, è la via prescelta dagli autori, poiché offre una buona componente orrorifica sempre d’effetto: c’è qualcosa di più spaventoso di una famiglia in pericolo? I bambini, poi, che con le case hanno da sempre un legame speciale, e non si dovrebbero toccare…

Se è vero, quindi, che le case nere sono il risultato dei trascorsi tragici che hanno segnato le loro stanze per drammaticità o ferocia, è il momento di posare la lente su quei maestri della penna e dell’immaginazione, più o meno noti, che sono riusciti a creare attorno a questo topos miti, orrori, leggende, suggestioni, mostri e incredibili metafore dell’animo umano.

Leggi la seconda parte: LE CASE NERE NELLA LETTERATURA GOTICA (Pt.2)

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