“La casa di Jack” è un remake non dichiarato di “The Fog”

Forse considerare “La casa di Jack” come un remake di “The Fog” potrebbe sembrare una teoria piuttosto audace, poiché superficialmente le due opere sembrano non avere nulla in comune a livello di trama. Tuttavia, questa supposizione non è del tutto corretta. Le somiglianze tra i due film potrebbero non essere così evidenti come nel caso di “La sfida del Samurai” e “Per un pugno di dollari”, dove la struttura narrativa è rimasta sostanzialmente la stessa, sebbene ambientata in contesti diversi, come il Giappone feudale e il West americano. Con il cowboy al posto del samurai. È interessante notare che persino Sergio Leone chiese alla produzione di ottenere i diritti da Akira Kurosawa per realizzare il suo film. Cosa mai avvenuta.

Un paragone più appropriato potrebbe essere con “Gli uccelli” di Hitchcock e “Lo squalo” di Spielberg. In entrambi i casi, il regista successivo ha preso un elemento chiave del film precedente e lo ha trasformato in qualcosa di nuovo. Spielberg ha preso l’idea degli uccelli minacciosi di Hitchcock e li ha sostituiti con uno squalo, mantenendo un’atmosfera di tensione e suspense, sebbene con una struttura narrativa leggermente diversa ma comunque fortemente influenzata dal suo predecessore.

In alcuni casi, queste reinterpretazioni hanno portato anche miglioramenti rispetto agli originali. Il mio intento, infatti, non è quello di sminuire “La casa di Jack”, anzi, considero il film di Lars von Trier forse persino più affascinante di “The Fog” di Carpenter. Tuttavia, è innegabile che senza l’influenza e il precedente lavoro di Carpenter, potrebbe non esserci stato “La casa di Jack” così come lo conosciamo oggi.

Preambolo

Entrambi i film iniziano con un preambolo che suggerisce allo spettatore ciò che andrà a vedere. Diverse nella rappresentazione ma identico nell’intento.

La Casa di Jack

Jack : “Posso chiederti una cosa?”

Virgilio : “ Non posso prometterti che ti risponderò

Jack : “ Giusto è esattamente quello che pensavo. Ti è permesso parlare lungo il percorso? Credevo che ci fossero delle regole? 

Virgilio : “Mettiamola in questo modo. Pochissimi fanno tutta la strada senza proferire una parola. Le persone sono sopraffatte da uno strano e improvviso desiderio di confessarsi in questi viaggi e non tutto quello che dicono può essere definito di grande qualità retorica. Ma andiamo avanti allegramente, non credo che potresti dirmi niente che non abbia sentito in precedenza.

L’inizio della casa di Jack spiega esattamente in un dialogo di quattro battute, l’andamento e l’impostazione che avrà il film. Ma, allo stesso tempo, crea in noi un’aspettativa. In quanto la sequenza : frase finale – stacco – logo rosso del film, accompagnata da una  musica sinistra, rimbombante e distorta, ribalta completamente il senso dell’ultima frase. Infatti siamo sicuri che Virgilio sentirà eccome, una storia che non ha mai udito in precedenza.

la casa de "La casa di Jack"

The Fog

L’opera di Carpenter si apre con l’immagine di un orologio da taschino che segna le 11:55 e la narrazione di un vecchio pescatore precisa che tra 5 minuti sarà il 21 aprile. A questo punto, il pescatore inizia a raccontare ad un gruppo di bambini ed allo spettatore, una leggenda accaduta esattamente cento anni prima. Proprio lì. Ad Antonio Bay.

La leggenda narra di un veliero avvolto in una fitta nebbia, il cui l’equipaggio viene attratto da una luce proveniente da un fuoco sulla riva. Il veliero si dirige verso quella luce, ma finisce per schiantarsi contro gli scogli. Secondo la storia tramandata dai pescatori di generazione in generazione, quando la nebbia tornerà ad avvolgere Antonio Bay, quegli uomini risorgeranno dal fondo dell’oceano e cercheranno quel fuoco di bivacco che li condusse alla morte.

Anche qui, il regista utilizza i primi minuti per creare un’aspettativa su ciò che andremo a vedere. Ma John Carpenter è più diretto rispetto a Lars Von Trier. Senza giri di parole. Senza possibilità di interpretazioni. È il 21 aprile, sono passati 100 anni dal tragico incidente e ora la leggenda prenderà vita su Antonio Bay. Punto.

Marinai risorti di "The Fog"

Inizio degli Omicidi

In realtà, questo è il punto cruciale, il momento in cui le narrazioni dei due film si separano e prendono direzioni apparentemente diverse. Primo omicidio per Jack. Lo scoccare della mezzanotte e l’inizio della maledizione per “The Fog”.

Subito dopo il preambolo, inizia una dinamica simile per entrambe le pellicole. Entra in scena un furgone. Un furgone rosso. Una donna chiede un passaggio al conducente e quest’ultimo accetta. La donna chiede se è un Serial Killer.

È la stessa identica dinamica che verrà però esposta in modo diverso. In quanto i protagonisti all’interno del furgone non sono gli stessi:

The Fog

Elizabeth : “Posso chiederti una cosa?

Nick : “Certo.”

Elizabeth : “Sei un maniaco?

Nick : “Si naturalmente. Eccome se sono un maniaco.”

Elizabeth : “Dici davvero? – (Risata) – Non sai quanto sono contenta, l’ultimo che ho trovato era di una normalità allucinante […]

Lo scambio di battute tra i due chiarisce allo spettatore che si tratta di uno scherzo. Si stanno prendendo in giro reciprocamente. Nick non è un serial killer, ma un pescatore della comunità di Antonio Bay. È un uomo di cui sappiamo poco, ma che appare familiare, con uno sguardo fisso sulla strada che infonde tranquillità.

Accanto a lui c’è Elizabeth. Una ragazza normale. Forse un po’ trasandata con quella giacca dal largo colletto aperto sulle spalle, di un vivace rosa acceso, tipico degli anni ’80. Confessa di fare l’autostop per la diciassettesima volta, cercando forse di evadere da qualcosa. Ma non da un mostro. Forse, solo dalla noia di quei paesi troppo stretti per i ragazzi della sua età. Familiare.

Ed è proprio questo il termine giusto per i personaggi di John Carpenter. Familiari. Come anche la narratrice che vedremo di seguito.

Elizabeth e Nick nel furgone rosso

La Casa di Jack

Lady : “Ops. è stato uno sbaglio.”

Jack : “… sbaglio?

Lady : “Si. Salire in macchina con lei. Non era quello che dicevano le mamme? Di non salire in macchina con gli sconosciuti?

Jack : “Bhe… Non posso sapere cosa dicesse sua madre.”

Lady : “Potrebbe anche essere un serial killer, mi scusi, ma lei sembra proprio esserlo.


Non sembra. Lo è. Infatti, nell’altro furgone c’è Jack, un uomo dal temperamento irascibile e insicuro, lo stesso che un minuto prima ci ha confessato che inizierà a raccontarci la sua storia partendo dal primo omicidio.

In questo caso, lo scambio di battute tra i due è diverso nel tono. Jack non vuole portare con sé la signora, per lui è solo una seccatura. Sembra quasi costretto dal buon costume, da quello che solitamente si dovrebbe fare in questi casi, ma eviterebbe molto volentieri. Mentre lei sembra prendersi gioco di lui, vuole impostare il discorso. Si sente dalla sua sicurezza nel tono di voce il senso di superiorità che crede di avere nei confronti di Jack.

Infatti, Uma Thurman non interpreta una ragazzina come tante altre, ma una donna alto borghese come tante altre: saccente, presuntuosa, viziata. Con un cappotto doppio petto color cammello. Un foulard di seta annodato intorno al collo insieme ad una collana di perle. Una sciarpa posata sugli avambracci e lasciata a penzoloni. Guanti in pelle che coprono le mani. Un viso spigoloso, leggermente tirato e ben truccato, con due orecchini d’oro ben in vista.

Non è una causalità il senso di piacere che il pubblico proverà nel momento del suo omicidio. In quanto permette allo spettatore in maniera paradossale, di empatizzare tristemente con il serial killer.

Primo omicidio di Jack


Quindi:

Soggetti diversi. Risultati diversi.

Dinamiche identiche. Intento politico identico.

Nick fa salire la ragazza sul suo furgone senza ripercussioni. Jack uccide la borghese.

Se nel furgone di Jack fosse salita una ragazza di una qualsiasi subcultura del momento, l’avrebbe uccisa? Forse no, dato che la ragazza che successivamente Jack ucciderà è lo stereotipo della conformista, “la bionda senza cervello”. Diametralmente opposta alla nostra Elizabeth che possiede un senso di intraprendenza, dai modi gentili.

Voce narrante

Terza caratteristica comune tra i due è la presenza di una voce narrante. O forse sarebbe meglio dire, una voce fuori campo, non presente fisicamente insieme ai protagonisti nel momento in cui avvengono i fatti, ma parte integrante della storia. Tuttavia, tra i due ci sono delle differenze sostanziali.

La Casa di Jack

La voce narrante è rappresentata da Virgilio: In realtà, questo interlocutore complesso e psicologicamente profondo presenta così tante sfaccettature che ogni spettatore può attribuirgli significati diversi in base alla propria soggettività. Forse tutte queste interpretazioni sono giuste e volute da Lars Von Trier stesso. Pertanto, eviterò di esprimere la mia opinione per non influenzare il lettore, anche perché non è rilevante per il discorso in questione.

Quello che ci interessa in questo momento è il ruolo dell’interlocutore e il modo in cui viene inserito all’interno della narrazione.

Virgilio attraversa diverse fasi: inizialmente prende sottogamba Jack. Subito dopo il primo omicidio, è incuriosito da questo personaggio. Poi, per un certo periodo, sembra disgustato da lui, ma come tutte le persone coscienti, ritorna ad essere attratto da questo personaggio così controverso, che continua a paragonare i suoi omicidi ad opere d’arte.

Il personaggio si limita ad ascoltare e fare domande, come un intervistatore realmente interessato ai fatti e desideroso di approfondire la questione. Non è attivo in maniera diretta sugli eventi che si susseguono nel film e non entra mai in scena fino alla parte finale, quando guiderà Jack all’inferno.

Virgilio e Jack all'inferno

The Fog

Qui la voce narrante è rappresentata da Stevie: Donna emancipata, madre del bambino che ascolta la leggenda iniziale narrata dal pescatore. Del marito non vi è traccia, anzi viene corteggiata dal meteorologo ma lei continua cordialmente a rifiutare. È la proprietaria e conduttrice della radio locale, che trasmette dal faro sulle coste rocciose di Antonio Bay, proprio sulle rocce dove, secondo la leggenda, è affondata la nave.

Questa è la metafora significativa che John Carpenter utilizza per descriverla come “narratrice”. Come il faro, illumina l’oscurità della nebbia, la sua voce in radio funge da veicolo guida. Poiché durante la maledizione che colpirà la città, lei sarà in onda per tutto il tempo, fornendo informazioni cruciali ai personaggi sull’evoluzione degli eventi. La sua presenza è fondamentale per la loro direzione e la loro salvezza.

Ancora una volta, il suo modo di fare, insieme a tutti gli altri personaggi del regista, risulta “familiare”.

Stevie, la speaker di "The Fog"

Colore Rosso

Le due pellicole sono costellate di dettagli color rosso, i quali non starò qui a citare uno ad uno. Mi scuserete per il modo eccessivamente didascalico e riduttivo con cui esaminerò questo punto, poiché a mio parere, è il passaggio meno fondamentale. Numerosi film utilizzano una prevalenza di un colore per enfatizzare una sensazione, uno stato d’animo o un modo di essere. Spesso, tra l’altro, è proprio il colore rosso ad essere preso in esame per via della sua molteplicità di significati, apparentemente opposti, ma interconnessi tra loro. Un esempio iconico che mi viene in mente è la bandana rossa utilizzata nel film “Il cacciatore”.

Tuttavia, data la situazione, è importante precisare brevemente anche questo punto, soprattutto per via della sua analogia negli stessi oggetti di scena. Come il furgone citato in precedenza, rosso in entrambe le pellicole. Il telefono rosso della speaker radiofonica, e il telefono rosso presente nel quarto incidente nel film di Lars. La luce rossa negli omicidi in “The Fog”. Il rosso dell’inferno per la casa di Jack. Il colore rosso è prevalente anche nell’abbigliamento dei diversi personaggi che si susseguono nel corso della narrazione, con particolare rilievo per il maglione della speaker radiofonica e la vestaglia che indosserà Jack nella parte finale del film.

L'inferno de "La casa di Jack"

Colpa e Redenzione

Voglio ora spostare l’attenzione dal punto meno influente a quello che, personalmente, considero il più importante.
In entrambi i film la colpa e la ricerca della redenzione costituiscono tematiche centrali che permeano le narrazioni e influenzano profondamente lo sviluppo dei personaggi e degli eventi.

The Fog

Nel film la colpa è rappresentata attraverso i peccati commessi dagli antenati dei residenti di Antonio Bay, i quali hanno tradito e ingannato un gruppo di marinai spagnoli, causandone la morte. Questo peccato del passato viene portato alla luce dalla minaccia soprannaturale della nebbia, che riporta in vita i marinai morti per vendicarsi. I personaggi principali devono affrontare le conseguenze di queste azioni passate e cercare la redenzione attraverso atti di coraggio e sacrificio. La redenzione viene ricercata nell’atto di proteggere la comunità e nel tentativo di fare ammenda per gli errori compiuti dai loro predecessori.

Omicidio del prete

La Casa di Jack

In questo caso, la colpa è rappresentata in modo più personale attraverso il protagonista, un serial killer che si confronta con la sua moralità distorta e il desiderio di redenzione. Jack è tormentato dai suoi crimini passati e dalla consapevolezza delle sofferenze inflitte alle sue vittime. Il personaggio di Virgilio aiuta Jack a mettere in discussione le sue azioni, portandolo a riflettere sulle motivazioni e sulle conseguenze dei suoi atti. Il viaggio di Jack verso la redenzione è un cammino interiore tormentato, segnato da conflitti morali e autoesplorazione.

Jack che guarda i campi elisi

Conclusione

La ricerca della redenzione è un processo complesso e difficile, che coinvolge una profonda riflessione sui propri peccati nel tentativo di fare pace con il passato. La narrazione esplora le sfumature della colpa e della responsabilità morale, portando i personaggi ad affrontare le proprie ombre interiori e a cercare una via per la rinascita spirituale, che non avverrà mai. Infatti, nel finale, Jack perderà la vita e lo stesso destino in “The Fog” aspetterà al prete, erede dell’organizzatore della tragedia e del leggendario male tramandato.

gli altri articoli