Titolo: LA CASA MALEDETTA: MILLE SFUMATURE DI TERRORE
Articolo di: Laura Gobbo (Coven Riunito)
PICCOLA ANTOLOGIA DELLE CASE STREGATE (PT. 3)
Concludiamo la nostra piccola antologia delle case stregate con un viaggio attraverso le interpretazioni contemporanee del topos della casa maledetta, esplorando le varie forme che ha assunto nella narrativa moderna. In questo articolo, Laura Gobbo ci guida attraverso le storie e i miti che continuano a tenere vivo questo affascinante tema.
LA CASA MALEDETTA: MILLE SFUMATURE DI TERRORE
La casa maledetta e oscura, come creatura antagonista e insieme luogo di perdizione è un topos classico della letteratura horror fin dalla notte dei tempi.
Se nella letteratura gotica ha rappresentato uno degli elementi emblematici del genere, grazie a penne che l’hanno resa immortale, anche in epoca contemporanea non ha smesso di esercitare il suo fascino perverso su autori e lettori e mantiene saldo il suo potere sensuale e seduttivo. Perché la casa maledetta è un elemento trasversale a culture e paesi molto lontani tra loro e si presta in modo caleidoscopico a incarnare il male nelle sue più oscure sfaccettature.
La casa diventa protagonista silente ma potente che come un burattinaio muove i fili del destino dei suoi abitanti. Può ospitare fantasmi vittime di una fine crudele e violenta, può dare vita ai ricordi di chi sopravvive e nega a se stesso la verità, può essere viva essa stessa incarnando dentro di sé il germe del male, come un mostro fatto di mattoni e travi.
È un elemento in grado di trasfigurarsi e cambiare pelle.
Può essere anche maledetta in quanto spettatrice di culti blasfemi e riti mortali, può esserlo in quanto sorge sulle fondamenta di antichi massacri. Il seme della maledizione è infinito nelle sue possibilità e tutte riescono a trovare la propria strada e la propria voce nell’immaginario collettivo.
Una casa maledetta = storie senza fine che vanno a sviscerare le mille sfumature del terrore.
Ma per comprendere meglio questo universo di possibilità addentriamoci tra i corridoi e le stanze chiuse e misteriose di alcuni romanzi contemporanei italiani e non solo.
In “Madonna Nera”, di Germano Hell Greco, la “Villa che non c’è” si sovrappone alla “casa nera” senza porte né finestre, un luogo che sembra risucchiare la luce del sole e l’anima di chi vi entra. Un luogo che è insozzato dai sacrifici di sangue più brutali che si possano immaginare. Le sue pareti sono pronte a ghermire e intrappolare in un loop tra sogno e realtà chiunque osi varcare la sua soglia. Una casa che affonda la sua maledizione nel sangue e nelle tradizioni di una terra arsa dal sole: la Puglia.
In “Venezia Metal”, di Marco Crescizz, Cà Dario è un palazzo veneziano sede di una delle band metal più note d’Italia, ma nasconde un immenso segreto nelle sue fondamenta. Un’essenza che si plasma nel male più nero e che esige un lauto sacrifico per elargire i suoi doni ai propri abitanti. Il prezzo da pagare per la fama può essere altissimo. Ca’ Dario è viva e pulsante e pronta a inghiottire sogni e speranze.
In “Lust. Nello stomaco di Boleskine House”, di Caleb Battiago, la casa maledetta è una dimora reale che fin dalla sua costruzione sembra portare con sé un alito di morte che si mescola, in epoca moderna, alla magia nera di un personaggio come Aleister Crowley che già da solo basta a far rizzare i peli sulla nuca. Qui la realtà si fonde alla finzione e alle testimonianze storiche, perché a volte non serve inventare nulla per far torcere le budella al lettore. Anzi, non c’è opera di fantasia che possa gareggiare con l’oscurità della realtà.
Se non ci credete chiedetelo ai suoi inquilini ed ex proprietari… O meglio, a quelli che sono ancora vivi…
Ne “L’innocenza del buio”, del duo Besana – De Feo, il maniero di Vana è un luogo maledetto dalla memoria che le sue stanze custodiscono, il male più crudele e meschino che possa esistere ha visto lì il proprio palcoscenico e le sue mura sono fondamentali per far emergere la memoria e la verità. Una visione diversa del topos letterario classico perché qui la casa diventa il mezzo di recupero di un passato senza scampo, fondamentale per i protagonisti.
E se vi dicessi che anche una stazione può essere una casa maledetta? In “La Stazione” di Jacopo de Michelis, la Stazione Centrale di Milano diventa un luogo maledetto che tra le sue mura cela segreti e inquilini misteriosi sul filo di un passato tragico e di sangue: sulle note della Seconda Guerra mondiale e dei riti legati al vudù. In questo caso la stazione è una “casa” nel senso letterale del termine perché nascosti nelle sue viscere ci vivono reietti e maledetti che hanno saputo creare una società tutta loro… Il male e il paranormale tingono di nero un thriller tutto italiano.
Ne “Il gioco di Joaquin”, di Roberta Battini, la casa è un grande palco teatrale che vede in scena un gioco di morte che si ripete giorno dopo giorno sempre uguale e sempre diverso. La morte è una condanna o una benedizione ma la verità è che non c’è scampo. Uscire dalle mura di Villa Joelle sembra impossibile… Il male si mescola ai peccati capitali e a un divertimento mortale.
“La nostra casa”, di Simona Capone, vede la casa come un luogo del passato che non c’è più nella sua forma originale ma persiste nella memoria, nella sua forma più radicata nel tempo che fu. È il luogo in cui qualcosa di terribile è accaduto, un luogo in cui il bigottismo è fanatismo religioso, il patriarcato e un matrimonio violento hanno sparso la propria essenza fin dentro ogni centimetro di legno e pietra. La sua memoria propaga il male in un loop senza fine pieno di colpi di scena.
Non posso non parlarvi di “Disegni di Sangue”, di Poppy Z. Brite, in cui la casa infestata torna al suo status originale ma con vibes nuove e decadenti. Perché tra le sue mura Bobby McGee trucida a colpi di martello la sua famiglia.
Solo il piccolo Trevor sopravvive… Quando vi tornerà anni dopo si renderà conto che la casa vive, pulsa, respira. La casa è il luogo in cui reale e irreale si fondono, in cui Birdland (il fumetto disegnato dal padre) diventa tangibile con il suo spirito malato e decadente. La casa risucchia l’anima e la ragione… Ci sarà salvezza?
Si potrebbero analizzare mille titoli – anche Grazia Deledda ha dedicato un racconto a questo tema – in cui la casa maledetta è protagonista e in ciascuno di essi emergerebbe un modo di essere maledetta diverso e peculiare. Un tema che sembra semplice e ripetitivo ma che nasconde dentro di sé una melodia polistrumentale in costante evoluzione. Perché di maledizioni sono pieni il mondo e l’animo umano e il limite è solo la fantasia di chi scrive.
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