Rivoluziona il tuo tempo, scegli il cinema

Perché sprecare 8 ore per una stagione di serie TV quando puoi guardare capolavori del cinema? Viviamo nell’epoca d’oro delle serie TV, dove ogni settimana ci troviamo davanti a nuovi show da divorare, stagioni intere pronte su Netflix o Amazon Prime. Ma fermiamoci un attimo. Davvero vale la pena spendere più di 8 ore della nostra vita per una singola stagione? Siamo così sicuri che quel tempo non potrebbe essere utilizzato meglio? E se ti dicessi che potresti vedere, nello stesso lasso di tempo, alcuni dei più grandi capolavori della storia del cinema? E tutto questo in meno di un’ora e mezza a film!

Lo scenario attuale

Ormai tutto è veloce, tutto è tendenza. Bisogna parlare obbligatoriamente del contenuto del momento, in rete o tra amici, perché in caso contrario si rimane “fuori dal mondo”. Ormai esiste un certo tipo di socialità dedita completamente a trattare tantissimi argomenti per pochissimo tempo, saltando rapidamente da uno all’altro. Prendiamo una stagione di una serie popolare, diciamo “The Boys” o “Gli Anelli del Potere”. Ognuna ti tiene incollato per circa 8 ore se non di più. Otto lunghe ore passate a seguire storie che, se siamo onesti, spesso si dilungano inutilmente. Ora, non fraintendermi: amo le serie TV come chiunque altro, ne ho viste tantissime e mi piacciono altrettanto, ma siamo sicuri che siano la forma migliore di intrattenimento per quel tempo prezioso?

Alternativa? 90 minuti di pura arte

In quelle stesse 8 ore potresti goderti cinque o sei capolavori del cinema, ognuno con una durata di 90 minuti o meno. Sì, hai letto bene. Pensa a questo: in meno di due ore, registi come Charlie Chaplin o Tobe Hooper ti trascinano in mondi indimenticabili, pieni di emozioni e riflessioni profonde. Quindi, perché accontentarsi di una trama stiracchiata su 10 episodi quando puoi assaporare storie che hanno definito il cinema?

Quali capolavori guardare?

Se hai 8 ore a disposizione, ecco cosa potresti fare con quel tempo:

“Il Monello”, Charlie Chaplin, 1921 (68 minuti)

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Chaplin ti farà ridere, piangere e riflettere in meno di un’ora e mezza, raccontandoti la storia di un vagabondo che si prende cura di un bambino abbandonato. Un film tanto iconico quanto leggendario, in grado di trattare l’importanza dell’amore e della compassione tra le persone, e che mostra l’enorme potere del cinema muto. Non emozionarsi con questo film è impossibile.

“Non aprite quella porta”, Tobe Hooper, 1974 (83 minuti)

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Con una delle più potenti critiche alla società Statunitense, Tobe Hooper in meno di un’ora e mezza, oltre a sfornare uno degli horror più disturbanti e iconici di sempre, ridefinisce il genere ed ispira innumerveoli film e registi. La scena finale consacra una volta per tutte Leatherface tra i villain più cattivi, spietati ed imprevedibili della storia del cinema.

“Freaks”, Tod Browning, 1932 (64 minuti)

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Con questa pellicola, Browning sconvolge il mondo intero, nel 1932, raccontando la storia di un gruppo di artisti da circo “diversi”. Un dramma sui diversi, sulla bellezza della diversità, sul loro essere umani, in un mondo che li rifiuta e li condanna con immensa crudeltà. Un enorme capolavoro che ha sfidato le norme sociali e suscitato dibattiti sull’accettazione.

“I 400 colpi”, François Truffaut, 1959 (99 minuti)

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Ok, sforiamo un po’, ma stiamo parlando della Nouvelle Vague francese e di un suo gigantesco pilastro. In meno di due ore scopriamo la solitudine e la ribellione del giovane Antoine Doinel immerso in uno sfondo Parigino oppressivo. Truffaut con quest’opera ha influenzato generazioni di cineasti, c’è poco da fare.

“Nosferatu”, F.W. Murnau, 1922 (84 minuti)

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Caposaldo dell’espressionismo tedesco, capolavoro del cinema horror nonchè uno dei primi film horror della storia del cinema. Muto ed in bianco e nero questo è il vampiro, colui che ti farà dimenticare tutti i Dracula, o i vampiri patinati che vedi su Netflix. Mostruoso, scarno, storto e deformato, un portatore di morte e paura perfetto. Tutto questo anche per raccontare, sotto le righe, la malvagità della classe borghese dell’800.

“L’angelo sterminatore”, Luis Bunuel, 1962, (95 minuti)

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Sforiamo leggermente, ma chissene frega, si tratta di un film che tutti avreste dovuto vedere almeno una volta nella propria vita. Una satira surrealista in cui un gruppo di membri dell’alta borghesia non riesce a lasciare una sala da pranzo. Come da tradizione del regista, la pellicola è ricca di simbolismi e critica sociale.


Con questi film, puoi passare dal ridere, al tremare di paura, a riflettere sulla condizione umana. E tutto questo in meno tempo di una stagione di qualsiasi serie TV.

La vera provocazione

Il punto è semplice: ci siamo abituati a spendere troppo tempo su storie che non meritano quel tempo. Siamo intrappolati in un binge-watching infinito, rincorrendo il prossimo cliffhanger, la prossima trama che ci lasci sospesi. Ma cosa ci rimane alla fine? Abbiamo davvero fatto un’esperienza profonda, o ci siamo solo fatti consumare dal desiderio di “vedere come va a finire”? Forse è il momento di riconsiderare il nostro rapporto con l’intrattenimento. Invece di passare ore e ore in una sola storia, perché non riscoprire il cinema come arte concisa, potente, capace di cambiarti la vita? C’è una ragione se questi film sono considerati capolavori: perché in poco tempo, ti lasciano qualcosa che dura molto più a lungo.

Il cinema che dura una vita

Se vogliamo essere onesti, guardare una stagione di serie TV è spesso un’esperienza vuota, dimenticabile. Guardare “La finestra sul cortile” di Hitchcock (anche se supera di poco i 90 minuti) è invece un viaggio che ti perseguiterà, in senso buono, per anni, se non per sempre. Quindi, la prossima volta che ti trovi di fronte a una nuova serie da otto ore, fermati un attimo e chiediti: “Ho davvero bisogno di questo?” O potresti usare quel tempo per riscoprire alcuni dei più grandi registi della storia, da Chaplin a Truffaut, da Hitchcock a Tobe Hooper?
La scelta è tua, ma il cinema vero – quello che lascia il segno – non ti farà perdere ore e ore, ma ti arricchirà per sempre.

Articolo di: CineDistopic

CineDistopic

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